La Silicon Valley bielorussa vuole andare via

El Paìs pubblica un servizio su come la crisi politica bielorussa può far scappare le aziende tech dal Paese. Cerchiamo di capire.

Un parco tecnologico tra i più avanzati dell’Europa orientale si trova a Minsk, Bielorussia. Sono oltre 800 le imprese dell’indotto hi tech e circa 58000 le persone impiegate. Insieme producono il 6% del pil nazionale.

Questa Silicon Valley versione bielorussa minaccia però di andarsene e chiudere i battenti. La causa è la situazione di instabilità politica, la violazione continua dei diritti umani e la brutalità della polizia nelle manifestazioni contro il presidente Alexander Lukashenko.

Le società tecnologiche si sono schierate dalla parte dei manifestanti e alcune di loro hanno sottoscritto un documento che chiede al presidente di indire nuove elezioni.

Qualcuna si è spinta un po’ oltre. Come la società di software Pandadoc con sede in California ma diretta dal bielorusso Mikita Mikado. Dalla California dove vive, Mikado ha lanciato un programma di aiuti economici a quei poliziotti che abbandonano l’uniforme per mettersi dalla parte dei manifestanti. Il risultato è stata una serie di perquisizioni e ispezioni continue negli uffici di Minsk.

Intanto sono molte le aziende della Silicon Valley bielorussa che valutano di abbandonare il Paese. Erano state attirate negli anni scorsi dalla situazione di stabilità politica e da un regime fiscale generoso e vantaggioso. Ora nomi importanti come Viber, la società di software Epam o Wargaming famosa per il mondo dei videogiochi potrebbero lasciare. E sarebbe un colpo non da poco per la Bielorussia. Perché questo settore vende all’estero per oltre due miliardi ogni anno.

Alcune domande: la cosiddetta Silicon Valley bielorussa si accorge solo ora delle violazioni di diritti umani? È il fattore fiscale? Alcuni stati confinanti, come Russia o Estonia, stanno preparando il terreno per offrire esenzioni fiscali più convenienti di quelle in Bielorussa (ora al 9%). Obiettivo? Attrarre le aziende in fuga da Minsk. Che non sia questo il vero motivo della lotta a Lukashenko?

 

 

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