Come spiegare le relazioni tra politica estera e fattori geografici. La geopolitica spiegata in cinque punti.
Cos’è la geopolitica? Il termine è sempre più usato nel linguaggio comune. Esistono riviste italiane e straniere che portano nel titolo il termine geopolitica. Nel tempo si sono sviluppate diverse teorie scientifiche sull’argomento. Molti sono anche i libri che approfondiscono le teorie geopolitiche.
Studiosi e analisti considerano H. J. Mackinder il padre della geopolitica. Il suo celebre articolo “The Geographical Pivot of History” (1904) è lo studio che dovrebbe leggere chiunque si occupi di politica internazionale. L’ho pubblicato qui.
La geopolitica spiegata in cinque punti; ecco una sintesi per chi deve preparare esami universitari o vuole descrivere l’argomento in corsi e lezioni per studenti.
- La geopolitica si occupa del rapporto tra relazioni internazionali e fattori geografici. Per fattori geografici si intendono non solo gli aspetti fisici come le montagne e i fiumi. Si intendono anche fattori come il clima, le caratteristiche demografiche della popolazione, gli aspetti culturali, le risorse naturali. Questo insieme di elementi può influire sulle scelte strategiche degli Stati, sulle loro strategie di politica estera.
- La geografia dunque diventa fondamentale nella politica internazionale. Soprattutto, la geografia è fondamentale per definire il perché e il cosa della politica estera di un Paese. Un esempio può essere quello di Cina e India. I due Stati sono lontani anni luce sotto l’aspetto culturale e politico. Nonostante condividano un confine lungo migliaia di km. Eppure tra forti tensioni e provocazioni, Cina e India si sono scontrate solo nel 1962. Fu più una scaramuccia che una guerra vera e propria. Questo perché Cina e India sono separate al loro confine dalla catena montuosa più alta del mondo: l’Himalaya. Per entrambi gli eserciti è sempre stato un problema passare attraverso le alte montagne himalayane. Anche se la tecnologia attuale può offrire strumenti per superare le vette, la barriera fisica è comunque un deterrente.
- Il clima è un fattore che influenza le strategie degli Stati. Nel 2001 in Afghanistan l’aviazione americana si preparava a una grande offensiva contro le postazioni talebane e di al-Qaida, Era poco dopo l’11 settembre e i primi bombardamenti sulle alture afgane. A bloccare la grande operazione dei caccia statunitensi fu una gigantesca tempesta di sabbia gialla. Con visibilità assai ridotta tutte le operazioni militari venero sospese. Permettendo ai talebani di riorganizzarsi. Nonostante la tecnologia a disposizione, la sabbia prima e l’acqua poi trasformarono l’ambiente in una gigantesca palla di fango.
- La posizione geografica influisce sulla percezione nazionale degli Stati e quindi sul suo ruolo internazionale. Un esempio è l’ossessione dei russi per la sicurezza. La Russia è il Paese più grande del mondo. E’ due volte gli Stati Uniti o la Cina, cinque volte l’India, Ha una popolazione di 144 milioni di abitanti, pochi in proporzione alla vastità del suo territorio. La parte europea ha grandi pianure senza barriere naturali. Un bel boccone per potenze straniere. E infatti ci hanno provato tutti a conquistarla. Ultimi esempi Napoleone e Hitler. Da questa situazione geografica, il profondo timore russo per la propria sicurezza.
- La cultura di ciascun popolo è un fattore determinante sulla geopolitica di uno Stato. Essa influisce sulla percezione e il significato da dare alla geopolitica e al proprio interesse nazionale. I musulmani, per esempio, hanno una visione del mondo che deriva direttamente dal Corano. Gli stessi Stati Uniti si muovono influenzati dal moralismo puritano, dal senso di avere una missione nel mondo e dal tradizionale concetto di “nuova frontiera”.
Per chi infine volesse approfondire l’argomento con letture, ho consigliato in questo post i cinque libri da leggere sulla geopolitica.