La Francia che non ce la fa più scende in piazza. Scontri a Parigi

Abbiamo raccolto a Parigi alcune impressioni dei gilet gialli. Città blindata. Tafferugli e 200 arresti sugli Champs-Elysees negli scontri tra manifestanti e polizia.

Non ce la fanno più. Almeno questo emerge dalle interviste flash raccolte a Parigi sugli Champs-Elysees durante la 4° manifestazione dei gilet gialli. Sono 31.000 i manifestanti scesi in piazza oggi in tutta la Francia in quella che sta assumendo i toni di una lotta molto lunga tra governo e cittadini. Un movimento nato inizialmente per protestare contro l’aumento della tassa sul carburante ma che si sta trasformando in una contestazione generale contro tutta la politica economica del presidente francese Emmanuel Macron.

Oggi Parigi è blindata. Si sono registrati forti scontri tra manifestanti e polizia nel centro città, tafferugli, cassonetti ribaltati, auto incendiate, negozi saccheggiati. Addirittura barricate come nella Francia del XIX secolo e nei romanzi di Victor Hugo. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e cariche. Oltre 700 i fermati in tutto il Paese. Solo a Parigi gli arresti sono 200. Scenario da guerra metropolitana che esprime tutta la rabbia che sta dietro a chi da settimane scende in piazza per protestare contro le decisioni economiche del governo francese e le promesse non mantenute del presidente Macron.


Gilet Gialli agli Champs-Elysees
Gilet Gialli agli Champs-Elysees

Scrivevamo delle ragioni della protesta. Ormai vanno oltre la motivazione iniziale di contestare il caro prezzi su gasolio, benzina e altri combustibili. In gioco, è sempre più chiaro, c’è il malessere profondo della Francia che lavora, della classe lavoratrice, del ceto medio stanco di non arrivare più a fine mese. In altre parole: scende in piazza la Francia che non ce la fa più.

Ecco alcune impressioni raccolte a caldo tra i manifestanti.

Alain è un camionista. Vive vicino a Parigi e ci dice che è positiva la scelta del governo di congelare l’aumento delle tasse sui carburanti. Però spiega anche che nessuno si fida più di Macron, troppe le promesse non mantenute. Gli fa eco Annie, circa 40 anni. Il suo potere d’acquisto, ci spiega, è crollato di almeno un quinto negli ultimi quindici anni. Lei e il marito non possono più permettersi di andare fuori a cena o in vacanza in estate con i bambini.

Tutti ci raccontano che l’aumento della tassa sul carburante è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso colmo, che spiega come le ragioni della protesta siano più profonde.

Un’altra donna, Emma, ci racconta che il governo sta picchiando duro sulla povera gente. Lei e il marito lavorano nel settore dei trasporti. Non sono benestanti, ripete più volte, e a metà del mese sono già in rosso. Ci urla che: “Non si può continuare così, è uno scandalo”. Sono madri e padri preoccupati per il futuro dei loro figli. Amareggiati per una Francia che tradisce i suoi cittadini. Una delle frasi più ricorrenti è contro Macron: “Non può trattarci come pupazzi, noi siamo cittadini”.


Parigi blindata. Tafferugli e saccheggi
Parigi blindata. Tafferugli e saccheggi

Sebbene la protesta sia ancora tutto sommato contenuta nei numeri, circa 30.000 manifestanti, il rischio di contagio è alto. Un sondaggio condotto in questi giorni dal giornale francese Le Figaro ha rilevato che il 78% dei francesi sia convinto che i gilet gialli stiano conducendo una battaglia in favore degli interessi francesi. E il consenso di Macron diminuisce sempre di più.

Andrea Ferrari

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