La diplomazia bielorussa guarda a est

Minsk sposta il suo baricentro a est. La ostpolitik della diplomazia bielorussa porta a aumentare il personale nelle sedi diplomatiche in Cina e Asia, riducendo quello nell’Ue.

Il futuro della diplomazia bielorussa è a est. Il governo di Minsk ha annunciato, attraverso il suo ministro degli Esteri, che la Bielorussia diminuirà il suo personale diplomatico nelle sedi dell’Unione Europea per aumentare la presenza dei diplomatici in Asia, e in particolare in Cina, e nella Comunità degli Stati Indipendenti (Csi).


La Russia aumenta la sua presenza in Bielorussia


Cos’è la Csi

Quest’ultima, è stata creata l’8 dicembre 1991. E’ un’organizzazione internazionale di cui ne fanno parte 9 Paesi, già ex repubbliche sovietiche: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Khirgizistan, Kazakistan, Russia, Moldavia, Tagikistan e Uzbeskistan. L’intenzione della Csi, composta da 9 su 15 delle ex-repubbliche sovietiche, era quella di creare un’organizzazione al cui interno vigeva un rapporto diverso tra gli Stati e Mosca. La Russia, da parte sua, voleva con la Csi impedire che Paesi vicini territorialmente stringessero alleanze con la Nato.


Perché la ostpolitik bielorussa

Minsk non si fida dei paesi occidentali e d’altronde non potrebbe fare diversamente. Sono molti i pacchetti di sanzioni emessi da Stati Uniti e Unione Europea nei confronti della Bielorussia. Di recente, hanno imposto sanzioni alla nave bielorussa Belavia, accusare di fare traffico di migranti. Il governo di Alexander Lukashenko contesta il blocco sanzionatorio che ritiene ingiusto e “ipocrita”. Da qui lo spostamento a est e la ricerca di una ostpolitik in politica estera che potrebbe portare Minsk molto lontano. Le autorità bielorusse guardano in particolare alle relazioni con Pechino e all’area asiatica in generale, confermando nei fatti una scelta di campo ben precisa che aggiunge un altro tassello al complicato scenario bielorusso.

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