L’inchiesta sui crimini di guerra in Palestina riguarda Israele e Hamas a partire dal 2014. Centinaia di politici e militari israeliani possono venire coinvolti.
Il procuratore della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda, ha annunciato l’apertura di un’indagine sui crimini di guerra commessi in Palestina dal giugno 2014 che coinvolge Israele e le milizie della Striscia di Gaza, guidate queste ultime da Hamas.
Centinaia di alti funzionari politici e militari israeliani potrebbero essere coinvolti per la prima volta in indagini sulla giustizia penale internazionale. La decisione adottata dopo cinque anni di procedimenti preliminari è stata accolta con preoccupazione dal governo di Israele, che rifiuta la giurisdizione dei giudici dell’Aja, mentre è stata accolta, come “un passo atteso da tempo”, dai palestinesi.
L’apertura dell’inchiesta è stata una doccia fredda per Israele. Lo Stato ebraico non è firmatario dello Statuto di Roma, il trattato del 1998 che ha portato alla costituzione del Tribunale Penale Internazionale nel 2002.
Il governo israeliano sta contestando la giurisdizione dell’Aia sulla Palestina ritenendo che non sia un Stato riconosciuto a livello internazionale. Dal luglio 2015, tuttavia, l’Autorità Palestinese ha aderito pienamente allo Statuto di Roma. La giurisdizione per le indagini della Procura si estende anche alle azioni delle milizie palestinesi come Hamas o la Jihad islamica nella guerra di Gaza, nel luglio e nell’agosto 2014.
In seguito all’incorporazione della Palestina nella giurisdizione penale internazionale, nel luglio 2015 la Procura dell’Aia ha avviato procedimenti preliminari sull’espansione degli insediamenti e la demolizione di case palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est, e sulla guerra a Gaza del 2014. In cui furono uccisi 2.500 palestinesi, due terzi dei quali civili; e 73 israeliani, di cui 67 militari). Le indagini nella Striscia coinvolgono anche le milizie dell’enclave per il massiccio lancio di razzi indiscriminatamente contro le popolazioni israeliane durante il conflitto.
Il governo israeliano teme che l’apertura di un’indagine penale internazionale possa portare ad accuse contro funzionari militari e civili israeliani sospettati di aver commesso crimini di guerra o crimini contro l’umanità nei territori palestinesi. Di conseguenza, possono essere arrestati all’estero sulla base di mandati d’arresto emessi dall’Aia. La CPI non dispone di una propria forza di polizia per far rispettare le sue risoluzioni e richiede la cooperazione degli Stati per metterle in atto.
Resta da vedere come reagirà l’amministrazione democratica Joe Biden all’apertura delle indagini sui crimini di guerra. L’ex presidente degli Stati Uniti, il repubblicano Donald Trump, ha fatto un fronte comune con Israele davanti all’Aia e aveva annunciato sanzioni ai suoi giudici e pubblici ministeri.