La Corte Internazionale di Giustizia vuole processare Israele

I giudici dell’Aja decidono di andare avanti con l’accusa di genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu vuole processare Israele e respinge la richiesta di archiviazione.

La Corte Internazionale di Giustizia vuole processare Israele. I giudici hanno deciso di procedere sull’accusa di genocidio che il Sudafrica ha presentato nei confronti dello stato ebraico in riferimento alla guerra a Gaza. La Corte dell’Aja ha quindi respinto la domanda di archiviazione formulata dal governo di Tel Aviv.

La sentenza della Corte ha un alto valore politico e simbolico. Va chiarito subito che non è una condanna di Israele per il crimine di genocidio. Apre la strada a un processo che dovrà far luce sui crimini commessi nella guerra a Gaza e accertare le responsabilità.

La giudice Joan Donoghue ha osservato, nelle motivazioni della decisione, che ci sono molte dichiarazioni di esponenti del governo israeliano che “sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio del 1948“.

Nel documento della Corte Internazionale di Giustizia si legge che, oltre al dossier sudafricano, i giudici hanno considerato anche i rapporti delle Nazioni Unite nei quali da mesi si denunciano le conseguenze dei raid nella Striscia di Gaza e si chiede il cessate il fuoco.

I giudici hanno inoltre intimato a Israele, con 15 voti a favore e 2 contrari, di adottare  misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria nella Striscia. Il governo israeliano ha un mese di tempo per riferire alla Corte quali misure sono state prese.

Nel documento non c’è una intimazione a Israele a fermare i combattimenti. In questo modo i giudici dell’Aja non hanno accolto una delle richieste del Sudafrica. Tuttavia, il governo sudafricano ha detto di ritenere una vittoria questa prima decisione della Corte. Perché se Tel Aviv non la rispetta rischia sanzioni internazionali.

La sentenza diventa soprattutto un nuovo strumento di pressione internazionale su Benjamin Netanyahu perché fermi l’offensiva militare. Per questo assume, come detto prima, un valore politico notevole.

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