La Cina aumenta la sua influenza in Afghanistan

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha visitato Pechino e incontrato le autorità cinesi partecipando a una riunione per la ricostruzione del suo Paese e rafforzando i legami con la seconda potenza mondiale.

Ghani porta a casa la promessa cinese di 260 milioni di dollari in aiuti economici e l’impegno a formare 3000 tecnici afghani nei prossimi cinque anni. Inoltre, il governo di Xi Jinping si è impegnato a investire in infrastrutture e a incentivare le proprie imprese a fare investimenti nel Paese.

La presenza delle aziende cinesi in Afghanistan è abbastanza consolidata. Le imprese di Pechino investono circa 5950 milioni di euro, prevalentemente nel settore minerario e delle risorse naturali. Una delle aziende di stato, la Corporazione Metallurgica Cinese, ha investito 2275 milioni di euro per lo sfruttamento dei giacimenti di rame a Mes Aynak, nei pressi di Kabul. L’investimento, il più importante per la Cina, è però a rischio dopo che i lavoratori cinesi sono stati bersaglio di attacchi armati.

La situazione d’instabilità, in sostanza, sta diffondendo a Pechino il timore che l’Afghanistan cada nuovamente nel caos per la presenza di miliziani separatisti e il ritiro progressivo delle forze alleate.

Tuttavia, Pechino non ha intenzione di contribuire alla stabilizzazione del Paese inviando effettivi militari che, secondo gli strateghi cinesi, andrebbero a colmare il vuoto lasciato dagli americani. In gioco, ci sono anche le buone relazioni che i cinesi mantengono co tutti gli attori della partita afghana, incluso il Pakistan con cui ha sempre avuto una relazione speciale.

Gli Stati Uniti reputano positivo il ruolo di Pechino in Afghanistan. Perché se i cinesi riescono a portare stabilità nello stato centro-asiatico fanno un lavoro che coincide con gli interessi nazionali americani. L’Afghanistan insomma può migliorare le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina.

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