Mali, Burkina Faso e Niger abbandonano l’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale.
La decisione di Mali, Burkina Faso e Niger di abbandonare il blocco economico e politico dell’Africa occidentale affossa decenni di integrazione regionale, lasciando milioni di persone nel limbo e potenzierà i legami dei tre paesi guidati dalla giunta con la Russia.
La decisione di ritirarsi dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), composta da 15 membri, potrebbe ancora richiedere tempo per essere attuata, aprendo una porta ai negoziati.
Ma, se attuato, è destinato a interrompere i flussi commerciali e di servizi della regione, per un valore di quasi 150 miliardi di dollari all’anno.
Pone inoltre interrogativi su milioni di cittadini delle tre nazioni povere e senza sbocco sul mare che si sono stabiliti negli stati vicini poiché il blocco consente viaggi senza visto e diritto al lavoro.
La sola Costa d’Avorio ospita più di 5 milioni di persone provenienti da Burkina Faso, Mali e Niger. Il Niger condivide 1.500 km di confine con la Nigeria e l’80% del suo commercio avviene con il suo vicino più ricco. Anche Ghana, Togo e Benin hanno una grande diaspora dal Niger.
Nel frattempo, la Russia ha esteso la sua influenza a scapito dell’ex potenza coloniale Francia, della Nigeria e degli Stati Uniti. Russia e Niger, governati da una giunta dopo il colpo di stato dell’anno scorso, hanno concordato di sviluppare legami militari. Il personale militare russo è volato nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, la scorsa settimana per garantire la sicurezza del leader militare del paese. Anche il gruppo mercenario russo Wagner dispone di 1.000 combattenti in Mali.
I tre paesi governati dai militari hanno annunciato congiuntamente la loro partenza domenica, accusando l’ECOWAS di abbandonare i suoi ideali fondatori e di cadere sotto l’influenza di potenze straniere.
Hanno affermato che il blocco ha offerto scarso sostegno contro le insurrezioni islamiche che hanno ucciso migliaia di persone e provocato oltre 2 milioni di sfollati.
L’Ecowas ha risposto a un’ondata di colpi di stato nella regione dal 2020 con sanzioni che le giunte hanno definito “illegali e disumane”. Il blocco ha anche minacciato di usare la forza per ripristinare il governo costituzionale in Niger, ma non ha dato seguito.
Fondata nel 1975, l’ECOWAS ha cercato di promuovere la cooperazione economica e politica all’interno della regione frammentata, sede di un mix di ex colonie francesi e britanniche.
Secondo le regole dell’ECOWAS, l’uscita dal blocco richiede almeno un anno, quindi coloro che vivono fuori dai loro paesi d’origine non dovrebbero affrontare conseguenze immediate.