La battaglia di Mariupol. I russi attaccano l’impianto siderurgico di Azovstal

Kiev annuncia che i russi hanno lanciato una pesante offensiva contro le acciaierie Azovstal, ultimo bastione ucraino di Mariupol.

Le truppe russe hanno ripreso il 9 maggio l’assalto all’impianto metallurgico Azovstal di Mariupol, nell’Ucraina sud-orientale, dopo che il convoglio delle Nazioni Unite ha lasciato la regione di Donetsk

Intanto i militari del battaglione Azov a Mariupol avevano detto l’8 maggio che la resa non è un’opzione e che combatteranno fino alla fine.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha definito un inferno la battaglia presso le acciaierie Azovstal a Mariupol. Intanto il 7 maggio sono state evacuate 50 persone. In serata, nella stessa giornata, circola la notizia che tutti i civili sarebbero stati evacuati.

Fonti ucraine hanno confermato il 4 maggio che la Russia ha lanciato una pesante offensiva militare nell’area dell’impianto siderurgico di Azovstal, a Mariupol. Le acciaierie sono l’ultima zona della città ancora in mano alle forze ucraine. Al suo interno ci sono militari del controverso battaglione Azov, che i russi definiscono nazista, e civili inclusi bambini.

La battaglia è in corso da due giorni. “La situazione è estremamente difficile” ha detto il comandante Denis Prokopenko che ha aggiunto di essere orgoglioso dello sforzo dei suoi uomini per contenere il nemico. Intanto si è appreso che sono 600 le persone morte nell’attacco al teatro di Mariupol lo scorso marzo.

Il 2 maggio sono proseguite le evacuazioni dei civili rimasti nelle acciaierie Azovstal. Allo stesso tempo i russi hanno intensificato l’attacco.
Nuove immagini satellitari della società statunitense Maxar Technologies mostrano che l’acciaieria Azovstal, ultima roccaforte della resistenza ucraina a Mariupol, è quasi completamente distrutta
Washington annuncia che le truppe russe stanno lasciando Mariupol per dirigersi a nord-ovest. Continuano comunque i combattimenti nella città ucraina. Lo riporta il Corriere della Sera il 28 aprile. Rimane da chiarire se i militari di Mosca stiano veramente lasciando la città sul Mare di Azov o sia una tattica militare.

Il presidente Usa Joe Biden e quello ucraino Zelensky hanno detto nella serata del 21 aprile che Mariupol non è ancora nelle mani dei russi. Per il leader americano è “discutibile” l’annuncio di Mosca di avere preso la città portuale. Il presidente ucraino ha definito fake news l’annuncio del Cremlino. Non ci sono prove, secondo Biden, che Mariupol sia completamente caduta.

La resistenza delle forze ucraine a Mariupol continua nonostante i russi abbiano detto che saranno lasciati liberi i combattenti che gettano le armi e si consegnano. Il comando russo ha lanciato un ultimatum lo scorso 18 aprile. Entro le ore 11 del 19 aprile, i militari ucraini del battaglione Azov e i 6000 civili asserragliati dentro le acciaierie della città dovevano arrendersi. Ciò non è avvenuto. Il 21 aprile il presidente russo ha dato ordine alle sue truppe di non attaccare l’impianto ma di evitare che “neppure una mosca uscisse”. Secondo le autorità ucraine, i russi hanno in realtà ripreso questa sera, 21 aprile, l’attacco.

Il 16 aprile il comando militare della Russia ha annunciato di avere preso la città dì Mariupol. Secondo i vertici militari di Mosca, le forze armate russe hanno annientato il battaglione Azov, asserragliato nelle acciaierie della città. Le autorità ucraine hanno definito fake news la notizia.

I russi dicono il 13 aprile di avere conquistato il porto di Mariupol. Secondo il comando militare russo almeno mille marine ucraini si sono arresi, riporta la Reuters.

La resistenza continua, ha detto il vicesindaco che fino all’11 aprile non conferma la presa del porto. Si parla di 20.000 morti dall’inizio del conflitto. Il vicesindaco ha confermato l’uso di armi chimiche. Ha anche detto che Mariupol non è caduta.

Le autorità della Federazione russa hanno offerto il 31 marzo al governo di Kiev un cessate il fuoco temporaneo per l’evacuazione di civili e cittadini stranieri dalla città ucraina di Mariupol. Lo riferisce in un messaggio su Twitter la testata russa “Rbk”, citando fonti del ministero della Difesa di Mosca. Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 10 del 31 marzo e sono stati aperti corridoi umanitari.

Prosegue la battaglia a sud di Mariupol. Il Sindaco della città ha annunciato che dall’inizio dell’attacco sono 5000 i morti in città. Di questi 210 sono bambini. Secondo il primo cittadino, ci sono in città ancora 170mila persone a Mariupol. In 140mila sono riusciti a fuggire dalla città. I missili e tank russi hanno distrutto il 90% degli edifici.

Continua l’assedio di Mariupol, dove a guidare le truppe cecene ci sarebbe Ruslan Geremeyev, sospettato di essere tra i responsabili dell’omicidio di Boris Nemtsov, l’ex vicepremier di Boris Eltsin e oppositore di Vladimir Putin, assassinato nel 2015 a Mosca.

Le forze armate russe sono dentro Mariupol e controllano le periferie. Lo ha annunciato il Guardian il 23 marzo, che parla anche di 2389 bambini rapiti dai russi. Tuttavia, le forze ucraine hanno ripreso il controllo di alcune zone della città.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che della città portuale sul Mar Nero non rimane quasi nulla dopo i bombardamenti russi. Nonostante questo, ucraini e russi continuano a combattere. La Russia sta probabilmente gettando su Mariupol bombe e missili dalla sua flotta nel Mare di Azov, rileva una fonte ufficiale degli Stati Uniti.


Mariupol map

Mappa battaglia Maripol


Mariupol mapMariupol non si arrende. Le autorità dell’Ucraina hanno respinto l’ultimatum avanzato ieri dalla Russia per la resa della città che sarebbe dovuta avvenire entro le 5 del mattino russe (le 3 in Italia). Come annunciato dalla vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, tuttavia “non può esserci alcuna possibilità di resa o deposizione delle armi. Lo abbiamo giù comunicato alla controparte russa”. Alcune autorità della città, situata nell’area sud orientale del Paese, hanno ribadito la posizione della vicepremier, affermando che delle promesse russe non ci si può fidare e che, di conseguenza, le forze che stanno difendendo Mariupol combatteranno sino alla fine.

La città di Mariupol è d’importanza strategica per la Russia. Se Mariupol dovesse cedere all’offensiva delle forze di Mosca e delle milizie filorusse del Donbass, queste otterrebbero il controllo di uno dei più grandi porti dell’Ucraina e rafforzerebbe il corridoio terrestre tra la Crimea e le regioni separatiste di Luhansk e Donetsk.

Intanto, Mariupol sotto assedio. L’esercito russo continua a bombardare la città. Si combatte nelle strade e secondo il sindaco della città i russi hanno quasi il controllo di Mariupol. Il 20 marzo le forze armate russe hanno colpito un edificio scolastico. All’interno c’erano 400 persone tra donne, bambini e anziani. Si scava sotto le macerie.

Il 19 marzo i russi hanno forzatamente portato in Russia alcune migliaia di ucraini. I russi sono entrati in città con carri armati e artiglieria. La resistenza ucraina continua.

Nella notte tra il 16 e il 17 marzo un raid aereo russo ha colpito un teatro nel quale si erano rifugiati circa 1200 civili, tra loro molti bambini. Fuori dal teatro era stata esposta la scritta “bambini” proprio per segnalare all’esercito russo la presenza di civili all’interno. Mosca accusa gli ucraini di avere colpito la struttura. Il 18 marzo è stato dichiarato che non ci sono stati morti nel teatro.

I servizi segreti britannici ritengono che la Russia stia usando bombe vecchie e di scarsa precisione.

Lo scorso 9 marzo i russi hanno colpito un ospedale pediatrico della città.

Il giorno prima le forze armate russe hanno colpito un ospedale pediatrico a Mariupol. Sono rimasti feriti e uccisi molti bambini e donne ospiti del reparto maternità. Intanto, sono 1207 i morti in città dall’inizio della guerra.

La Russia ha attaccato un convoglio di aiuti umanitari diretto a Mariupol. L’esercito russo ha usato il sistema di lanciamissili Grad. Lo ha detto il consigliere del sindaco di Mariupol.

Dopo due tentativi nel giro di 48 ore di portare il salvo i civili a Mariupol, la Croce Rossa internazionale ammette il fallimento. Russi e ucraini si lanciano accuse incrociate sulle responsabilità di violare il cessate il fuoco. Fatto sta che la tregua non regge e ad andarci di mezzo sono ancora i civili. A migliaia tentano di abbandonare la città, ma in pochi ci riescono.

Il britannico Guardian esprime la situazione con un titolo significativo: nessun posto dove andare e nessun luogo in cui tornare. Una sintesi perfetta della disperazione ucraina. La popolazione, soprattutto anziani, donne e bambini provano a fuggire per tornare indietro a causa dei colpi di mortaio, razzi, bombardamenti lanciati sui civili a dispetto di qualsiasi accordo di tregua umanitaria.

Il secondo tentativo di evacuazione di civili è stato fatto oggi 6 marzo in una città di gente disperata. Sono 200.000 quelli che hanno provato a uscire dall’inferno di Mariupol assediata dai russi e difesa con caparbia da esercito e milizie ucraine. Scene spaventose dove la sofferenza umana non ha confini, urla e pianti disperati, terrore per i razzi lanciati lì vicino.

Così la Croce Rossa internazionale, incaricata delle operazioni di evacuazione, ha dovuto rinunciare e dichiarare l’impossibilità di proseguire con le operazioni per mettere al sicuro la popolazione civile.

A Mariupol manca tutto. Non c’è quasi più niente da mangiare, mancano farmaci e beni di prima necessità, manca anche la voglia di vivere. Intanto russi e ucraini si accusano a vicenda. La Russia punta il dito contro l’esercito ucraino, accusandolo di usare i civili come scudi umani. L’Ucraina sostiene che la Russia vuole stremare la città piegandola dall’interno, inclusi i civili.

Mariupol si trova nella parte meridionale dell’Ucraina sulle sponde del Mar Nero. Per i russi è strategicamente importante e non sono ancora riusciti a conquistarla. Stanno provando dal porto, cuore strategico della città.

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