Oliver Ivanovic era un noto leader della comunità serba in Kosovo. Timori per la continuazione del dialogo tra serbi e kosovari.
L’assassinio di Oliver Ivanovic lascerà il segno sul Kosovo senza stabilità dalla guerra del 1999. Il noto leader della comunità serba in Kosovo è stato ucciso a Kosovska Mitrovica, mentre entrava nel suo ufficio presso la sede del suo partito: “Iniziativa Civica”. Un killer incappucciato gli ha sparato cinque colpi con un’arma dotata di silenziatore. Poi è fuggito in auto. La vettura, rubata, è stata ritrovata in fiamme.
Ivanovic era tra le personalità più autorevoli dei serbi di Kosovo. Era stato scarcerato dopo pochi mesi. Aveva fatto tre anni di prigione con l’accusa di crimini di guerra. Era in attesa di un nuovo processo dopo l’annullamento di una sentenza di primo grado che lo condannava a nove anni di reclusione per crimini contro l’umanità.
Non sapremo mai se Ivanovic sia stato colpevole o innocente. Sappiamo però che il suo assassinio rischia di mandare a gambe all’aria il negoziato tra Belgrado e Pristina. Serbia e Kosovo dovevano incontrarsi a Bruxelles per un negoziato su aspetti tecnici. L’Ue si sta facendo mediatrice per riportare il dialogo e allentare le tensioni tra Serbia e Kosovo. Ora però la delegazione di Belgrado si è ritirata a seguito dell’uccisione di Ivanovic. La diplomazia è al lavoro per evitare la rottura dei rapporti e buttare via anni di lavoro. La questione serbo-kosovara ricorda tanto quella arabo-israeliana: quando sembrava di essere arrivati alla soluzione è sempre successo qualcosa che ha fatto saltare l’accordo.