Il governo israeliano resta fermo sulla sua posizione. L’attacco a Rafah ci sarà. Solo la liberazione di 33 ostaggi può evitarlo.
Israele si prepara per l’attacco a Rafah, città al confine meridionale della striscia di Gaza. L’offensiva è stata annunciata da tempo. L’esercito israeliano ha già effettuato bombardamenti aerei sulla città e la zona circostante. Ma non ha ancora lanciato un’operazione di terra.
Il governo israeliano non ha intenzione di fermarsi nonostante gli appelli della comunità internazionale a evitare l’operazione militare, Tra i più critici c’è anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
L’esercito israeliano sta ammassando carri armati al confine meridionale con Gaza nei pressi del valico israeliano di Kerem Shalom. L’Egitto sta a sua volta rinforzando la presenza militare nell’eventualità di un attacco israeliano. Secondo i media israeliani, il governo di Tel Aviv darà un ultimatum a Hamas per la liberazione degli ostaggi. Alla scadenza dell’ultimatum dovrebbe iniziare l’attacco a Rafah.
Intanto, proprio il governo del Cairo sta mediando per la liberazione degli ostaggi israeliani. Secondo i servizi egiziani sono 33 quelli ancora vivi dei 130 non ancora rilasciati. Un funzionario del governo israeliano ha detto che il governo di Benjamin Netanyahu è disposto a fare importanti concessioni sul ritorno nel nord di Gaza se vengono liberati gli ostaggi.
Infine, Stati Uniti e Francia hanno condannato la conferenza tenuta domenica 21 aprile in Israele che ha aperto la strada agli insediamenti di coloni israeliani a Gaza. La Casa Bianca, scrive il quotidiano israeliano Haaretz, ha precisato che non c’è alcun supporto dagli Usa a questa posizione israeliana.