Israele: Likud chiede annessione insediamenti Cisgiordania

Dopo Gerusalemme riconosciuta capitale dello Stato ebraico da Donald Trump, Israele si appresta a fare un altro passo per seppellire ogni speranza di costruire uno Stato palestinese.

Non bastava il riconoscimento Usa a Gerusalemme capitale di Israele per chiudere la porta a ogni speranza di avviare un nuovo percorso di pace arabo-israeliano. A mettere la probabile pietra tombale su ogni possibile negoziato tra le parti del conflitto medio-orientale ci ha pensato il Likud, il partito che governa in Israele al quale appartiene il premier Benjamin Netanyahu.

Il partito della destra israeliana ha approvato al suo interno per acclamazione un documento nel quale chiede ai suoi deputati di impegnarsi per chiedere l’annessione degli insediamenti urbani israeliani in Cisgiordania. Alla discussione non era presente Natanyahu. La scelta del Likud non vincola comunque il premier che rimane libero di decidere.

Intanto, si fa più dura la reazione dei palestinesi. Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen ha definito la situazione “seria e crudele”, chiedendo l’intervento della comunità internazionale.

Gli insediamenti urbani israeliani in Cisgiordania hanno rappresentato una forzatura notevole perché sono stati autorizzati su territori della Cisgiordania assegnati all’Autorità Nazionale Palestinese e destinati a diventare parte del futuro Stato di Palestina. Una loro annessione a Israele significa distruggere ogni speranza di avere uno Stato palestinese. Il governo di Tel Aviv ha perseguito una strategia precisa per demolire ogni possibilità di riavviare una road map-

1 COMMENT

  1. Gravissima questa nuova minaccia ad una eventuale,futura ed auspicabile ripresa del processo di pace israelo-palestinese!Com’è noto tutti gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e Gerusalemme est dal ’67 in poi sono illegali in quanto contrari alle leggi internazionali che disciplinano i diritti della potenza occupante,tuttavia il loro mantenimento parziale (ad ovest dello spartiacque dei monti di Cisgiordania) sotto sovranità palestinese potrebbe essere negoziato nell’ambito di un regolamento di pace basato sul principio dei due stati sovrani con pari dignità (Palestina e Israele).La minaccia dell’annessione unilaterale degli insediamenti allo Stato d’Israele non lascia alla Terrasanta altra prospettiva che un permanente e violento conflitto con lo Stato di Palestina ed il mondo arabo,prospettiva che,a ben vedere,strategicamente non è neppure nell’interesse di Israele poichè la pace,di cui esso ha bisogno,può derivare solo da un equo regolamento del conflitto in corso (“Opus iustitiae pax” sottolineò PaoloVI).
    Pertanto,allo scopo di prevenire tale nuova prepotente minaccia,è urgente che la Comunità internazionale si organizzi prospettando significative sanzioni per il caso che il governo israeliano faccia propria la deprecata ed illegale proposta de quo.
    Nearco7

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