“Niente di nuovo”: poche e gelide le parole dedicate da Serghei Lavrov al colloquio avuto oggi a Belgrado con l’omologo turco, Mevlut Cavusoglu, il primo tra esponenti dei rispettivi governi dopo l’abbattimento di un caccia russo da parte dell’Aviazione di Ankara, il 24 novembre scorso al confine con la Siria. “Ci siamo incontrato con il titolare del ministero degli Esteri della Turchia, su sua insistente richiesta”, ha tenuto a sottolineare Lavrov, “ma non abbiamo sentito nulla di nuovo”, ha tagliato corto, aggiungendo soltanto di aver ribadito la posizione del proprio Paese sulla vicenda. Nessun accenno alle condoglianze espressegli da Cavusoglu per la morte del pilota del jet. La Russia pretende infatti scuse ufficiali per l’accaduto, che la controparte ha piu’ volte ribadito di non voler porgere. Piu’ in generale, riferendosi ai primi raid aerei condotti dalla Gran Bretagna contro obiettivi dello Stato Islamico in territorio siriano, il capo della diplomazia di Mosca ha osservato che piu’ universale sara’ l’impegno per debellare i jihadisti del califfato, e piu’ risultera’ efficace. Dal canto suo lo stesso Cavutoglu si e’ limitato a osservare che sarebbe “irrealistico” aspettarsi di risolvere in un unico faccia a faccia tutti i problemi esistenti con il Cremlino: comunque, ha aggiunto, e’ importante mantenere aperti i canali di comunicazione.