Il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, al convegno di Assolombarda e Ispi: “Obiettivo 500 miliardi di export” per le imprese italiane.
La politica estera italiana deve lavorare per promuovere e agevolare l’export delle imprese. L’obiettivo è arrivare a raggiungere 500 miliardi di esportazioni nei prossimi anni, creando occasioni e opportunità per il made in Italy. E’ la sintesi del ragionamento del sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, intervenuto questa mattina al convegno organizzato e promosso da Assolombarda e Ispi a Milano.
Come si costruisce una politica estera italiana capace di promuovere l’export e il made in Italy delle imprese italiane? Secondo Di Stefano la strategia passa per la stabilità nell’area mediterranea e mediorientale. E l’attenuazione delle tensioni nel resto del mondo. Il Mediterraneo è un’area ricca di risorse e ha un mercato potenziale di 500 milioni di consumatori. L’Italia non può perdere questa partita e deve giocarla da campioni.
Per questo il governo italiano e il premier Giuseppe Conte stanno facendo un lavoro certosino al fine di assicurare stabilità nella regione mediterranea nordafricana e mediorientale. La Conferenza di Berlino, spiega Di Stefano, sulla Libia, e prima ancora quella di Palermo hanno mostrato il lavoro e l’impegno diplomatico italiano. Oltre alla Libia, il governo italiano è intervenuto su Tunisia e Algeria.
Il lavoro diplomatico della Farnesina prosegue anche nell’Africa sub-sahariana. Qui la situazione si complica per la presenza di movimenti integralisti e sistemi tribali che rendono più difficile l’ingresso di aziende straniere. La politica estera italiana, tuttavia, non può permettersi di perdere il controllo dell’Africa o di una parte di essa. Il continente africano avrà nel 2030 2,5 miliardi di abitanti. Un mercato enorme di consumatori e di risorse naturali e energetiche. Per questo l’Italia non può permettersi di cedere a altri parti dello spazio africano. E qualcuno, come la Cina, sta cercando di inserirsi.
L’intervento del Sottosegretario è arrivato al termine di una mattinata di confronto e approfondimento su dove va il mondo nel 2020 e cosa possono aspettarsi le imprese. La platea era composta in prevalenza da rappresentanti del mondo dell’imprenditoria.
Alessandro Scarabelli, direttore di Assolombarda e padrone di casa, ha dato il benvenuto agli ospiti ed è andato subito al nocciolo della questione: la Lombardia, si chiede, ha un export annuo di 127 miliardi di dollari, circa un terzo del valore nazionale. Nonostante questo, l’Italia ha un Pil che si attesterà su circa lo 0,4%, l’ultimo in Europa.

Paolo Magri, intervenuto dopo Scarabelli ha affrontato il tema in chiave geopolitica. Il direttore dell’Ispi ha illustrato ai presenti le zone di rischio o escalation del conflitto nel mondo. Ciò che emerge nel mondo è che esiste una fragilità generalizzata, accompagnata da una fragilità del sistema rappresentativo e democratico e da una avanzata dei regimi.
Sono intervenuti durante la mattinata, anche il rappresentante della Sace, Alessandro Terzulli, gli amministratori delegati di Microsoft Italia, Maire Tecnimont, Generali.