“Una notte ho sognato New York” è un grande libro. Piero Armenti racconta un’esperienza di viaggio e di vita nella metropoli americana con testi che ricordano il mitico The Wall dei Pink Floyd.
Piero Armenti racconta il sogno newyorchese con originalità e passione. Pagina dopo pagina i colpi di scena coinvolgono anche il lettore più distratto. C’è tutto il sogno americano in questo libro dell’autore che vive e conosce bene la grande metropoli americana. Storie di solitudine e alienazione dell’essere umano, di emigranti italiani, ricchezza e successo, ma anche fallimenti e disperazione. Armenti indaga e descrive i personaggi come un Dickens del nostro secolo, approfondisce le loro passioni e ambizioni, sogni svaniti e finta superficialità. In pochi libri emergono così bene, attraverso gli stili di vita dei protagonisti, le diversità e contraddizioni della città americana. Dalla vita di Manhattan a quella del Queens, due mondi lontanissimi anche se territorialmente vicinissimi. C’è tanta umanità e senso di solidarietà anche dietro la superficialità apparente di alcuni personaggi. A leggere il libro tornano in mente i testi di The Wall, il mitico album dei Pink Floyd. I temi che Armenti approfondisce ricordano quelli di Roger Waters. Alienazione dell’uomo nella società moderna, il senso di solitudine e le barriere (il muro appunto) pur dentro un società ricca, la ricerca di un senso e significato della vita. Da leggere. “Una notte ho sognato New York”, Mondadori.