Site icon Notiziario Estero

Il riavvicinamento tra Stati Uniti e G7 per l’Ucraina

Il riavvicinamento tra Stati Uniti e G7 sull'Ucraina

Gli Stati Uniti si avvicinano ai loro alleati del G7 per sostenere l’integrità territoriale dell’Ucraina e mandare un avvertimento alla Russia.

Gli Stati Uniti hanno fatto un passo per avvicinarsi ai loro alleati del G7. Nel summit in Canada, il club dei 7 Paesi più ricchi del mondo hanno ribadito il sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina. Il G7 ha anche esortato la Russia a seguire l’esempio di Kiev che ha accettato una tregua. In alternativa, scattano nuove sanzioni aggiuntive.

Cos’è il G7

Il comunicato congiunto dei ministri degli Esteri del G7 è arrivato dopo settimane di tensione tra gli alleati occidentali e il presidente Donald Trump causata dalla sua riforma delle politiche commerciali, della sicurezza e relative all’Ucraina.

I ministri del Gruppo dei Sette – che comprende Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti, insieme all’Unione Europea – si sono incontrati il 13 e 14 marzo nella cittadina turistica di La Malbaie, situata tra le colline del Quebec, per una serie di riunioni. Nel primo incontro del G7 sotto la presidenza canadese, la stesura di una dichiarazione finale si è rivelata complessa, con discussioni sulle parole da usare per l’Ucraina, il Medio Oriente e il pressing di Washington di adottare un linguaggio più fermo nei confronti della Cina.

Il comunicato ha “ribadito il sostegno incrollabile all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del diritto di esistere, nonché alla sua libertà, sovranità e indipendenza.

L’integrità territoriale dell’Ucraina è stata perlopiù assente dal discorso degli Stati Uniti da quando l’amministrazione Trump è entrata in carica il 20 gennaio. Gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Trump, non hanno escluso la possibilità che Kiev possa cedere territori. Alcuni funzionari hanno dichiarato di essere stati sorpresi dalla decisione degli Stati Uniti di accettare parte del linguaggio relativo all’Ucraina, sottolineando che i diplomatici statunitensi, incluso Rubio, sono stati ripetutamente interrogati per sapere se la Casa Bianca appoggiasse tale formulazione.

“L’integrità territoriale è un elemento importante del comunicato e il riferimento alle Nazioni Unite,” ha dichiarato Kaja Kallas, alto rappresentante della politica estera dell’UE, all’agenzia Reuters, riferendosi all’invito per una “pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite.”

Un testo precedente che faceva riferimento alla necessità di garanzie di sicurezza per garantire una tregua è stato sostituito con il termine “assicurazioni”, ma i membri del G7 hanno avvertito Mosca di seguire Kiev nell’accettare un cessate il fuoco, o affrontare ulteriori sanzioni, inclusi i tetti sui prezzi del petrolio.

“I membri del G7 hanno chiesto alla Russia di rispondere favorevolmente accettando un cessate il fuoco su basi paritarie e implementandolo pienamente. Hanno sottolineato che qualsiasi cessate il fuoco deve essere rispettato e hanno evidenziato la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l’Ucraina possa dissuadere e difendersi contro atti di aggressione rinnovati,” hanno detto nel comunicato riferendosi all’integrità territoriale dell’Ucraina.

Washington aveva cercato di imporre delle linee rosse sul linguaggio relativo all’Ucraina per non compromettere i colloqui con la Russia e si era opposto a una dichiarazione separata sul contrasto alla cosiddetta “flotta ombra” della Russia, una rete marittima opaca che elude le sanzioni, chiedendo nel contempo un linguaggio più fermo sulla Cina.

Alla fine, il G7 ha approvato anche una dichiarazione separata sulla sicurezza marittima, che prevede un gruppo di lavoro per contrastare la flotta ombra, una proposta spinta dal Canada.

I ministri degli Esteri del G7 hanno assunto una posizione dura nei confronti della Cina, intensificando il linguaggio riguardante Taiwan e omettendo alcune dichiarazioni conciliatorie e rassicurazioni presenti in dichiarazioni precedenti, comprese quelle sulle politiche di “una sola Cina”, un tema che susciterà certamente preoccupazione a Pechino.

Ci sono state discussioni anche sul linguaggio riguardante Gaza e il Medio Oriente, in particolare sul concetto di soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. La versione finale ha omesso il riferimento alla soluzione a due Stati, eliminando il linguaggio che ne sottolineava l’importanza nelle bozze precedenti del testo.

Il comunicato recita: “Hanno sottolineato l’urgenza di un orizzonte politico per il popolo palestinese, ottenuto tramite una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le esigenze legittime e le aspirazioni di entrambi i popoli e promuova una pace globale, stabile e prospera per il Medio Oriente.”

Exit mobile version