Il punto di svolta della crisi libica

Le forze del generale Khalifa Haftar si sono ritirate da Tarhuna, ultima sua roccaforte in Tripolitania. Ora possiamo dire che Feisal al Sarraj, che guida il governo di Tripoli riconosciuto dall’Onu, ha il controllo quasi totale della regione libica. Nelle mani del Generale Haftar rimane solo al Jufra, vicino alla Cirenaica. La ritirata di Haftar può essere il punto di svolta della crisi libica e rilanciare il dialogo per una soluzione politica alla vicenda. Vediamo perché. La volpe di Bengasi ha perso nel giro di un mese la base aerea di Al Watiya in Tripolitania, l’aeroporto di Tripoli e adesso Tarhuna. In queste condizioni il Generale è costretto a cercare la via del dialogo. Il suo principale sponsor, la Russia di Vladimir Putin, ha spinto perché Haftar accettasse la strada del dialogo. Qualche risultato comincia a vedersi. La Missione Onu in Libia (Unsmil) sta preparando i colloqui di Ginevra del cosiddetto gruppo dei 5+5. Cinque rappresentanti sono dell’esercito di Haftar, mentre altri 5 rappresentano il governo di Tripoli. Non è un caso che la decisione del generale di ritirarsi da Tarhuna abbia coinciso con consultazioni a Tripoli e Bengasi per riprendere il dialogo. E in questo russi e americani hanno avuto un ruolo non marginale. Secondo un’indiscrezione rivelata oggi dall’agenzia Nova, si è già svolto un primo incontro in videoconferenza tra l’Unsmil e la nuova delegazione che dovrà rappresentare Haftar ai colloqui del 5+5 di Ginevra.

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