Il presidente deposto del Niger tenta la fuga

In Niger il presidente deposto dai golpisti, Mohamed Bazoum, ha tentato di fuggire. Uno smacco per i militari o un piano studiato a tavolino per eliminare l’ex capo di Stato?

Fuga dal Niger. L’ex-presidente deposto dai militari, Mohamed Bazoum, ha tentato di fuggire con la sua famiglia, i cuochi e gli uomini della sua sicurezza. Lo riporta la BBC che cita una dichiarazione del governo golpista.

Secondo i militari che hanno preso il potere in Niger e rovesciato il presidente democraticamente eletto, Bazoum aveva programmato di fuggire con tre elicotteri. Il tentativo di fuga però è fallito. Il piano elaborato prevedeva che Bazoum raggiungesse un nascondiglio alla periferia della capitale Niamey.

L’ex-presidente si trova agli arresti domiciliari insieme alla moglie e al figlio da quando i membri della sua guardia presidenziale hanno messo a segno il colpo di stato lo scorso 26 luglio.

Il Niger fa parte della regione africana del Sahel, una vasta zona di terra semiarida che si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso, appena a sud del deserto del Sahara. L’area è tormentata dagli jihadisti e assediata da regimi militari.

Non è chiaro dove siano attualmente trattenuti l’ex presidente e il resto del gruppo. È stata avviata un’indagine sul presunto tentativo di fuga.

Il tentativo di fuga può essere percepito come uno smacco per i golpisti nigerini. Ma potrebbe essere anche il frutto di un piano ben studiato per eliminare l’ingombrante figura presidenziale con il movente dell’evasione. In ogni caso qualcosa è andato storto. Perché l’ex-presidente è stato catturato e i militari possono riaffermare il loro prestigio.

Nonostante la sua prigionia, Bazoum ha potuto pubblicare un articolo sul Washington Post in cui affermava di essere un ostaggio e che il colpo di stato avrebbe avuto “conseguenze devastanti per il nostro Paese, la nostra regione e il mondo intero”.

Subito dopo la deposizione di Bazoum, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto il suo rilascio immediato e la “preservazione della democrazia duramente conquistata dal Niger”.

Ciò ha fatto seguito alla scadenza del termine stabilito dall’Ecowas, un blocco di potere di stati dell’Africa occidentale, affinché i golpisti si dimettessero.

Le sue minacce di intervento militare non sono state attuate e la giunta continua a ignorare le richieste di libertà del presidente.

Il partito e i familiari del signor Bazoum affermano che non ha avuto accesso all’acqua corrente, all’elettricità o ai prodotti freschi.

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