Macky Sall, presidente del Senegal, va controcorrente rispetto a molti altri leader africani. Ha proposto che il suo mandato come presidente sia ridotto da sette a cinque anni. La riduzione del mandato presidenziale (incluso il suo) è una delle proposte sul tavolo per la riforma costituzionale. Che sarà poi sottoposta a referendum. Secondo l’ufficio di presidenza, l’intenzione è di mettere in campo riforme costituzionali che rafforzino l’assetto democratico del Senegal. Sulla carica di presidente, la riforma prevede l’impossibilità di candidarsi dopo due mandati consecutivi. Molti presidenti africani finora hanno fatto il contrario rispetto a Sall, facendo cambiare la costituzione per estendere la durata o il numero dei mandati.
Il dibattito in Africa sui mandati presidenziali
– Ruanda: lo scorso dicembre i ruandesi hanno votato a favore di un referendum, proposto dal presidente Paul Kagame, per estendere a tre i mandati presidenziali, superando il limite dei due mandati previsto dalla Costituzione;
– Congo Brazzaville: a ottobre un referendum ha dato la possibilità al presidente Denis Sassou Nguesso di ricandidarsi nel 2016. Nguesso ricopre la carica di presidente da 31 anni;
– Uganda: Yoweri Museveni, al potere per quasi 30 anni, è nuovamente candidato alle elezioni in programma a febbraio. L’ultimo mandato in cui poteva candidarsi è scaduto nel 2005;
– Burundi: lo scorso aprile il presidente in carica Pierre Nkurunziza ha annunciato la candidatura per il terzo mandato, provocando proteste e violenze nel Paese.
– Repubblica Democratica del Congo: le elezioni presidenziali sono in previsione quest’anno, è possibile però che siano rinviate permettendo al presidente Joseph Kabila di rimanere in carica.