L’Europa ha proposto di colpire barconi e scafisti sulle coste libiche. I due governi libici, quello di Tobruk e di Tripoli, sono contrari. Una prospettiva che potrebbe mettere a rischio il negoziato in corso sul governo di unità nazionale.

L’ipotesi europea di colpire barconi e scafisti sulle coste libiche non trova l’appoggio del governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, e del governo di Tripoli, islamista sponsorizzato da Turchia e Qatar.
L’opposizione alla proposta europea può dunque avere ripercussioni serie sui negoziati avviati in Marocco da Europa e Usa per persuadere Tripoli e Tobruk a far parte di un governo di unità nazionale in Libia in chiave anti-Isis.
L’intervista rilasciata all’Ansa dal sindaco di Tripoli, Mahdi al Harati, è esplicita. Secondo Harati la soluzione europea “non si può fare” perché – spiega il Sindaco di Tripoli- “creerebbe un grosso problema tra i nostri Paesi”. “La gente libica” – continua Haradi- “penserebbe che l’Italia stia attaccando le nostre coste”. Secondo il sindaco di Tripoli occorre invece un piano di sviluppo per il sud della Libia anche con aziende italiane ed europee che offrano lavoro ai migranti così da prevenire l’emigrazione.
In sintonia con Tripoli è il generale delle Forze Armate di Torbuk, Khalifa Haftar, che in un’intervista ha spiegato la propria contrarietà al piano europeo di lotta all’immigrazione illegale. Secondo Haftar l’unica soluzione è armare l’esercito libico e a nulla serve una risoluzione per colpire i barconi dei migranti.
Intanto, la road map per il governo di unità nazionale è in una fase di stallo. A creare l’impasse è stata la proposta di nominare Abdel Rahman Shalgam a capo del governo di unità nazionale. Shalgam è stato l’ambasciatore libico in Italia e ministro degli esteri di Muammar Gheddafi. Secondo il sindaco di Tripoli il nome di Shalgam alzerebbe un polverone in Libia perché è visto come troppo vicino a Gheddafi. E’ la stessa posizione del governo di Tobruk. Il nome di Shalgam ostacola quindi l’unità della Libia. Anzi è riuscito a mettere d’accordo i due governi contro di lui. Ora la strada per un’unità nazionale libica diventa salita dopo l’annuncio del piano europeo contro l’immigrazione illegale.
[…] Focus: Il piano europeo contro l’immigrazione illegale mette a rischio il negoziato per l’unità… […]
[…] Notiziario Estero aveva già posto la questione. Come si poteva pensare di lanciare un’operazione militare per fermare l’immigrazione, chiedendo all’Onu l’autorizzazione all’uso della forza lungo le coste libiche, senza rischiare di affossare il processo unitario? E così sembra che stia avvenendo, almeno per il momento. […]