Il Marocco lancia un megaprogetto per l’energia solare. L’impianto fotovoltaico nascerà nel deserto del Sahara e fornirà entro il 2020 metà dell’elettricità del Paese.

La città di Ouarzazate è un centro commerciale e di creatività del Marocco. Situata dove comincia il Sahara, la “porta del deserto” –così la chiamano i marocchini- è famosa perché sede dell’industria cinematografica del Paese. Ouarzazate è una sorta di “Bollywood” marocchina, o forse sarebbe più appropriato chiamarla “Oualliwood”.
E’ qui che nascerà l’impianto di utilizzo dell’energia solare più grande del mondo. Quattro impianti giganteschi, collegati tra loro, forniranno metà dell’elettricità del Marocco entro il 2020. Il progetto di energia rinnovabile rispecchia l’ambizione del Marocco a sfruttare i suoi deserti inutilizzati per diventare una superpotenza solare.
La prima fase del progetto comincia tra un mese. Per l’impianto sarà usata la tecnologia a specchio solare parabolico, che è più costosa e meno diffusa dei pannelli fotovoltaici che siamo abituati a vedere sui tetti delle case. Però presenta il vantaggio di continuare a produrre energia solare anche dopo il tramonto del sole.
L’impianto sarà composto da 500.000 specchi solari, installati in file da 800. Ciascun specchio parabolico è alto 12 metri. Una volta realizzato, l’impianto coprirà una superficie grande come quella di Rabat, la capitale del Marocco. E produrrà energia pari a 580 megawatt, che significa soddisfare il fabbisogno energetico di un milione di abitazioni. Il costo dell’impianto è di 9 miliardi di dollari.

Secondo il ministro dell’ambiente del Marocco, la signora Hakima el-Haite, l’energia solare avrà nel 21 secolo lo stesso impatto avuto dal petrolio nel secolo precedente. “Noi non siamo produttori di petrolio- ha spiegato il ministro Hakima al britannico The Guardian- e importiamo il 94% della nostra energia dall’estero con pesanti conseguenze sul nostro bilancio”.
L’investimento da 9 miliardi di dollari è stato possibile grazie alla Banca Europea per gli Investimenti e alla Banca Mondiale. Il governo del Marocco si è impegnato invece per le opportune garanzie. Con l’impianto il Marocco punta anche a esportare energia in Europa. Per ora è in corso un accordo con la Tunisia e un domani, sperano a Rabat, l’energia solare marocchina potrebbe attraversare il Mediterraneo e scaldare l’Europa.
ancora una volta la famiglia reale marocchina si dimostra illuminata e preveggente é auspicabile che questi impianti, dopo Ouarzazate vengano installati anche a sud di Casablanca vero Goulimine e a Erfoud dove certo non manca il sole. Il governo marocchino intelligentemente sfrutta quello di cui è ricco anzichè avventurarsi in altri campi come l’industria, Salvaguarda l’ambiente, non rovina l’atmosfera e risolve il problema energetico. Imparino Italia e Grecia
Nel 19° secolo l’economista David Ricardo aveva descritto la teoria del vantaggio comparato. Con semplicità lo studioso aveva detto che un Paese deve produrre e specializzarsi in ciò che sa fare meglio. E naturalmente usando le risorse di cui dispone maggiormente. Si tratti di abilità della manodopera o di terra da coltivare. Inutile andare a fare ciò che un altro Paese, o comunità, sa fare meglio di noi. A quel punto meglio importare il prodotto da quel Paese ed esportare lì nostro prodotto in cui siamo più specializzati. Il Marocco ha capito l’insegnamento di Ricardo. C’è una grande risorsa inutilizzata, il Sahara, sfruttiamolo a fini energetici (e poco inquinanti) per lo sviluppo interno ed esportiamolo. Poi acquistiamo il resto, quello che ci costerebbe troppo produrre, dall’estero. Duecento anni fa, come oggi, i meccanismi sono sempre gli stessi.
L’impianto di Erfoud ( 480 mW ) è stato assegnato ad una ditta Marocchina amministrata da un italiano , si vocifera che saranno 12 parchi da 40 MW cadauno
grazie della segnalazione
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