Il Mar Baltico, il mare delle spie

Il Mar Baltico è noto come mare delle spie per la sua posizione strategica tra Europa occidentale ed Europa orientale.

di Valeria Fraquelli

Il Mar Baltico è sempre stato conosciuto come mare delle spie perché a causa della sua posizione strategica che lo pone come cerniera tra Europa occidentale ed Europa orientale è sempre stato al centro di intrighi e scandali. 

Fin dal tardo Medioevo infatti il Mar Baltico assunse un ruolo strategico in Europa, in seguito alla nascita della lega anseatica, alleanza commerciale di città situate nel nord del continente, molte delle quali proprio sulle sue coste, a partire da Lubecca, luogo dove venne fondata questa lega.

La Seconda Guerra Mondiale vide il Baltico come zona di numerosi conflitti, col conseguente affondamento di navi e sottomarini, i cui relitti vengono di tanto in tanto ritrovati sul suo fondale, assieme ad altro materiale bellico. 

Ma è con la guerra fredda che quest’area diventa al centro di una vera spy story con scambi di spie e di informazioni cruciali per i due blocchi.  

Anche se ormai la guerra fredda è finita sul Baltico le tensioni tra Norvegia e Russia permangono e dopo l’annessione unilaterale della Crimea da parte della Russia sembra di essere tornati ai tempi della cortina di ferro. La Norvegia che aveva per anni destinato relativamente poche risorse alla difesa, da quel momento ha dirottato un ingente flusso di risorse verso il settore Difesa, con investimenti previsti nell’arco di un ventennio per 19,8 miliardi di dollari. 

Oggi sono risorse energetiche ed idrocarburi che scatenano l’interesse per le acque baltiche, ed è per questo che si sono riaccese le contese dei tempi della guerra fredda; il nuovo interesse per queste acque misteriose infetti è dovuto proprio alle immense ricchezze che ancora sono lì nascoste. 

Ecco allora che l’ipotesi di una eventuale guerra baltica non è più un esercizio accademico, un divertimento degli analisti che si addestrano sugli scenari più improbabili. Una guerra sul Baltico è diventata una cosa possibile in questo mare dove le acque dell’Alleanza Atlantica toccano il territorio russo, e in particolar modo dopo i fatti del 2014 con l’annessione della Crimea e la tensione che ne è seguita.   

Gli idrocarburi sono diventati parte di segreti giochi di potere e a ciò si è intrecciata anche la corsa all’Artico. Tutte le nazioni più potenti sono diventate gelose della potenza che deriva dalla conquista della terra Artica ed ecco che è scattata una corsa ad accaparrarsi il proprio posto in prima fila; con l’apertura di nuovi passaggi navali dovuta ai cambiamenti climatici si è capito che queste acque sono davvero importanti. Il tempo risparmiato e le nuove rotte commerciali scoperte hanno portato di nuovo gli interessi di Stati Uniti e Russia ad incrociarsi di nuovo. 

In conclusione il Baltico e l’Artico sono i due scenari di combattimento tra russi e statunitensi, e in questi casi la guerra fredda non è mai finita.

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