Perche' fallisce la tregua in Siria

Perché non funziona la tregua in Siria in vigore da dieci giorni?

Il fallimento della tregua in Siria spiegato in 4 punti
Il segretario di stato Usa John Kerry e il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov a Ginevra nel momento di annuncio della tregua in Siria.

Il cessate il fuoco in vigore in Siria da dieci giorni è vicino alla fine. Per il governo di Damasco è già finito. Per i gruppi dell’opposizione siriana è “clinicamente morto”. Secondo il Segretario di Stato Usa John Kerry non è ancora morto.

Al di là della sorte e dei giudizi sull’accordo per una tregua in Siria, cerchiamo di capire perché l’accordo comunque non sta funzionando e le sue conseguenze.

Ecco quattro punti per tentare di dare una spiegazione:

  1. Un accordo funziona se affronta il problema centrale della crisi. Nel caso siriano la questione centrale (o meglio una delle questioni) si chiama Bachar al-Assad. Qualunque accordo che punti a dare una svolta in Siria in questo momento può dare i suoi frutti solo se preveda l’abbandono del potere da parte del presidente siriano Assad. Solo così si può auspicare di avviare una transizione per una transizione politica che conduca a un governo pluralista nel Paese.
  2. Un accordo che conduca a un processo di pace serio deve contenere forti incentivi per le parti del conflitto. Una lezione nel passato ci è stata data dall’accordo di Oslo del 1993. La storica stretta di mano tra Arafat e Rabin con l’avallo di Bill Clinton al termine della firma, non ha permesso di risolvere il conflitto arabo-israeliano. Ciò perché nell’accordo venivano rinviate tutte le questioni fondamentali per le due parti: compresi gli insediamenti dei coloni israeliani nei territori palestinesi occupati nel 1967, questione ancora oggi attualissima. Il cessate il fuoco siriano si ferma allo stop alle armi e alla cooperazione russo-americana. Non va oltre, non ci sono prospettive di sviluppi futuri.
  3. Servono le forze di terra. Senza queste Assad spadroneggia essendo l’unico presente sul terreno, sostenuto dalle milizie iraniane. Con forze di terra, Assad e l’alleato iraniano sarebbero obbligati a trovare  un compromesso. Un accordo “salvaguardato” da militari sul terreno avrebbe più forza politica e autorevolezza. Soprattutto si creerebbe un equilibrio di forze. Inoltre bisogna fornire i gruppi dell’opposizione siriana con armi e missili per la difesa antiaerea. In questo modo potrebbero respingere i raid di Damasco. Quello della fornitura di armi in Siria è stato uno dei principali contenziosi dentro l’Amministrazione Obama fin dal 2012 quando cominciò la crisi siriana.
  4. Gli Stati Uniti devono cambiare strategia in Siria. In quattro anno di conflitto in Siria, è ormai evidente che siamo alla catastrofe per il popolo siriano ma anche per la politica estera degli Stati Uniti dopo l’Afghanistan e l’Iraq. Mantenendo le distanze e evitando interventi più decisi, Obama ha convinto la maggior parte dell’opinione pubblica araba che gli Stati Uniti, intervenuti militarmente in Afghanistan e bombardata di recente la Libia, si preoccupano solo dei Paesi ricchi di petrolio.

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