Come le metropoli provano a migliorare la qualità della vita con i parchi sui ponti
In principio fu New York. Ora ci provano alcune grandi metropoli mondiali. L’ultima in ordine di tempo è Seul. Stiamo parlando dei garden bridge, i giardini o parchi ricavati da ponti o sopraelevate abbandonate.
E’ l’ultima frontiera dei progettisti di paesaggio delle grandi città, che puntano a riqualificare a verde aree abbandonate e a rischio di degrado. Parola d’ordine: restituire ai cittadini le parti di città abbandonate, salvaguardando il paesaggio urbano e migliorando l’arredo cittadino.
I garden bridge offrono certo anche un’occasione di lavoro, una manna dal cielo se vogliamo soprattutto per gli archistar di livello mondiale, architetti cioè del design paesaggistico cittadino che tirano le fila dei giganteschi restyling urbani.
A dare il via su grande scala a questa nuova frontiera della rigenerazione urbana è stato un gigantesco progetto di New York.
Si chiama High Line e ha riqualificato l’intera sopraelevata della metropolitana newyorchese nel lungo tratto in cui attraversa Manhattan. Un percorso pedonale che passa in mezzo al verde, circondato da fiori ma anche orti urbani, conduce il visitatore fino all’estremità opposta dell’Isola. La High Line percorre quasi tutto il fianco ovest di Manhattan.
I progettisti qui hanno lasciato emergere in alcuni punti i vecchi binari della linea metropolitana creando l’effetto suggestivo di un’archeologia industriale riconquistata dalla natura. Un modo per non fare dimenticare cos’era quel posto e come viene restituito alla città e alla natura.
Dopo New York è arrivato Seul con il progetto chiamato Skygarden da poco realizzato e inaugurato. L’infrastruttura è costata circa 60 milioni di euro e sorge lungo un percorso che si snoda vicino alla principale stazione ferroviaria di Seul. Il suo tragitto è quello di una vecchia sopraelevata per veicoli risalente agli anni ’70.
A Seul, così come a New York, il percorso è caratterizzato da verde urbano, orti, spazi per iniziative. A ottobre è prevista una mostra biennale di architettura urbana. Sono almeno 24.000 le piantumazioni effettuate e il parco rimane aperto 24 ore su 24.
Questo modo di recuperare gli spazi pubblici fa ancora fatica a avanzare tra i city manager. Una metropoli come Barcellona, forse la prima a sperimentare i garden bridge, è dal 1980 che tenta maniere diverse e innovative di arredo urbano e rigenerazione urbana.
Non tutti gli esperimenti vanno però bene. Il flop peggiore lo ha fatto Londra. La capitale britannica ha previsto circa 200 milioni di sterline per un progetto che è rimasto fermo molti anni senza avanzare di un centimetro. Ora il progetto è stato abbandonato. E con lui probabilmente anche la voglia di riprovarci.