Haiti nel caos e vicino a una crisi istituzionale. Quali sono le cause dell’assassinio del presidente Moise?
L’assassinio del presidente di Haiti Jovenel Moise getta il Paese caraibico nel caos e sull’orlo di una crisi di nervi e istituzionale.
Al momento Haiti non ha né un presidente né un parlamento. Da mesi non è stata rieletta l’assemblea legislativa. Chi ha tenuto le redini è il premier ad interim Claude Joseph, che ha ricoperto provvisoriamente la carica di presidente dopo l’uccisione di Moise. Claude Joseph, però, si è dimesso da ogni incarico
La figura di Joseph come premier ad interim è stata contestata da molte forze politiche e questo ruolo non gli viene riconosciuto da diversi rappresentanti politici.
Il capo del governo ha decretato lo stato d’assedio per 15 giorni con poteri straordinari assegnati alle forze dell’ordine anziché alle forze armate che proprio Moise stava tentando di ricostruire dopo il loro scioglimento nel 1995.
Quali sono le cause dell’uccisione del presidente Moise? Secondo il governo l’omicidio è avvenuto nel clima di tensione creato da poteri forti che si opponevano alle riforme promosse da Moise in campo energetico e infrastrutturale.
L’ex-presidente stava lavorando a un percorso di riforme. I suoi oppositori sostengono che tra queste c’era il prolungamento del suo mandato. Moise governava da febbraio per decreto. Da allora l’opposizione e parte della società civile, forti di un parere dela Consiglio Superiore della Magistratura, denunciano la scadenza del mandato e la necessità di nominare un presidente provvisorio fino a nuove elezioni.
Intanto, la polizia ha riferito di aver ucciso quattro dei “mercenari” che avrebbero preso parte all’omicidio del presidente e di avere arrestato due persone e liberati tre agenti che erano tenuti in ostaggio. L’operazione è stata sferrata nel quartiere Pelerin, la zona collinare che sovrasta la capitale Port-au-Prince, nei dintorni della residenza di Moise.
Il presidente di Haiti, Jovenel Moise è stato ucciso in casa da un commando composto da “elementi stranieri”, probabilmente mercenari. Martine Moise, la moglie del presidente, è in gravi condizioni per le ferite riportate nell’attacco.
Il potere è stato preso dal primo ministro Claude Joseph che ha invitato il Paese alla calma. Il premier, che ha condannato l’attacco definendolo “brutale e barbaro”, ha riunito il consiglio di sicurezza nazionale. Il capo del governo ha dichiarato lo stato d’assedio nazionale e ha ordinato la chiusura dell’aeroporto internazionale di Port au-Prince.
Intanto, fonti stampa locali hanno riportato che il commando era composto di mercenari che parlavano spagnolo. Secondo alcuni testimoni c’erano uomini in tuta mimetica che giravano attorno all’abitazione del presidente.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione di emergenza a porte chiuse. Ora Haiti rischia davvero di precipitare in un caos e in una spirale di violenza.