La diplomazia tedesca prova a attenuare la tensione dopo la minaccia russa di intervento in Ucraina.
La Russia minaccia di intervenire in Ucraina dove sono ripresi gli scontri tra i ribelli separatisti filo-russi e i militari.
Da alcuni mesi sono in corso combattimenti sporadici nell’est del Paese in violazione di un cessate il fuoco del 2019 già di per sè molto fragile.
Un funzionario militare di Mosca ha comunicato che la Russia potrebbe intervenire nel conflitto in caso di un’offensiva Ucraina contro i separatisti.
L’intervento sarebbe in aiuto e a protezione della popolazione russa che vive nell’est del paese.
A fare temere un coinvolgimento di Mosca è lo spostamento di militari e artiglieria pesante alla frontiera con l’Ucraina.
Il governo di Kiev ha spiegato di avere perso quest’anno 25 militari nell’area del conflitto. Nel 2020 erano 50.
Intanto la diplomazia è al lavoro. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato i luoghi dell’escalation militare e ha incontrato i soldati ucraini.
Angela Merkel ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Vladimir Putin. Secondo quanto riferisce la BBC online, la cancelliera tedesca ha chiesto a Putin di impegnarsi a ridurre la tensione con l’Ucraina per favorire la de-escalation. Il presidente russo ha accusato invece il governo di Kiev di infiammare una situazione già molto tesa.
Vladimir Putin ha detto nel 2019 che se l’Ucraina avesse il pieno controllo del Donbass, per gli abitanti di lungua russa sarebbe una nuova Sebrenica. Il capo del Cremlino si riferiva al massacro di 8000 musulmani bosniaci da parte dei serbo-bosniaci nel 1995. Il funzionario militare citato dalla BBC ripete la stessa cosa e paragona la situazione attuale a quella di Sebrenica.
Le radici del conflitto risalgono al 2014 quando la Russia ha annesso la Crimea, regione allora appartenente all’Ucraina. Il presidente ucraino, il filo-russo Viktor Yanukovich, era fuggito da Kiev a febbraio, dopo massicce manifestazioni di piazza e scontri. Un mese dopo, i ribelli sostenuti dalla Russia nel Donbass, principalmente di lingua russa, presero gran parte delle regioni di Donetsk e Luhansk. Si stima che il conflitto abbia ucciso 14.000 persone. L’intervento militare della Russia aveva scatenato una grande spaccatura con le nazioni occidentali, spingendo l’Unione Europea e gli Stati Uniti a imporre sanzioni alla Russia. I governi occidentali e la Nato hanno accusato la Russia di inviare truppe regolari oltre il confine in Ucraina, ma la Russia sostiene che eventuali combattenti russi ci sono “volontari”.
Il presidente ucraino Zelensky è salito al potere promettendo di portare la pace e lo scorso luglio è stato firmato un cessate il fuoco. Da allora entrambe le parti si sono accusate a vicenda di violarlo.