Riprendono i colloqui tra Atene e Ankara dopo le tensione sul Mediterraneo orientale. I due Paesi non sono d’accordo neppure sui punti da discutere nel negoziato.
Grecia e Turchia tornano a parlarsi seduti a un tavolo dopo le tensioni della scorsa estate sul Mediterraneo orientale. La querelle greco-turca non è nuova e le vecchie ruggini risalgono ai secoli scorsi. Le delegazioni di Atene e Ankara hanno ripreso i colloqui, interrotti cinque anni fa, per provare a risolvere le questioni che dividono attualmente i due Paesi. Un primo approccio di negoziato c’è già stato nell’ambito della Nato la scorsa settimana. Le delegazioni hanno discusso di questioni tecnico-militari al fine di prevenire i rischi di incidenti nelle acque contese del Mediterraneo. Nei colloqui che sono cominciati ieri a Istanbul, Grecia e Turchia erano però divise perfino sui punti da negoziare. Per Atene le materie da discutere riguardano solo la demarcazione della zona economica esclusiva e la piattaforma continentale nel Mediterraneo orientale e nel Mar Egeo. Sono i due argomenti al centro della lite greco-turca della scorsa estate. I turchi esplorano con le loro navi nuovi giacimenti, i greci contestano la violazione della loro zona esclusiva marina. Invece per Ankara il confronto deve affrontare tutte le questioni, incluse quelle sullo spazio aereo e la condizione giuridica di alcune isole dell’Egeo. Grecia e Turchia un’intesa comunque l’hanno trovata: andare davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja in caso di nessun accordo.