Gli Emirati Arabi Uniti smuovono le acque del Golfo

Un decreto mette fine alla legge del 1972 che boicottava Israele. Gli Emirati Arabi Uniti aprono la porta al cambiamento dell’equilibrio nella regione che si estende tra Medio Oriente e Golfo.

Come rovesciare lo status quo nella grande regione che include Medio Oriente e Golfo arabo-persiano? Gli Emirati Arabi Uniti sanno bene come fare. Un decreto del presidente della federazione di queste piccole grandi monarchie petrolifere ha abolito la legge del 1972 che istituiva il boicottaggio verso Israele.

E’ la seconda picconata che le famiglie da petrodollari di Dubai & co. tirano all’equilibrio consolidato in Medio Oriente. Il primo è stato l’accordo per normalizzare le relazioni diplomatiche con Tel Aviv. Mosse che erano attese in molti ambienti politici e diplomatici della regione, ma che hanno anche sorpreso i tanti abituati ai cliché tipici dell’area: nessuno sconto a Israele; qualunque compromesso passa da aperture sulla questione palestinese; accerchiamento politico-geografico dello Stato ebraico.

L’abrogazione del boicottaggio dei prodotti israeliani è quindi figlia dell’accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Emirati e Israele raggiunto il 13 agosto. L’intesa prevede non solo la ripresa di relazioni politiche amichevoli (che di solito trova la sua forma nello scambio di ambasciatori) ma anche il rilancio della cooperazione economica. Una partnership che non potrebbe esistere con una legge che proclama di non commerciare con gli israeliani.

La vera notizia però è un’altra, direttamente collegata alla politica estera regionale degli Emirati. Da un momento all’altro potrebbero esserci novità nel campo saudita. Tutto fa pensare infatti che Dubai e Abu Dhabi stiano aprendo la porta a un grande passo che potrebbero compiere gli sceicchi di Riad verso Tel Aviv. L’Arabia Saudita in questo momento ha bisogno soprattutto di isolare l’Iran e ristabilire la propria egemonia nel Golfo dopo gli anni in cui l’America di Barack Obama aveva ricreato un bilanciamento geopolitico tra Teheran e Riad. Nonostante il pieno sostegno dell’Amministrazione di Donald Trump, i sauditi non si sentono sicuri soprattutto dopo il matrimonio di convenienza dell’Iran con Russia e Turchia. La questione palestinese non è un problema e ha sempre avuto una valenza più di opportunismo che di principio tra gli Stati arabi. Da anni la causa dello Stato di Palestina è messa in second’ordine o sacrificata sull’altare di interessi particolari. E l’Arabia Saudita non è da meno. Gli emiri lo sanno benissimo. Intanto, si sono garantiti lo sbocco commerciale israeliano. E hanno smosso le acque del Golfo e del fiume Giordano dove si stanno formando nuove forme di equilibrio geopolitico.

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