Giù le mani dal petrolio libico

Chi vuole dividere la compagnia petrolifera della Libia? La dura presa di posizione della National Oil Corporation con l’endorsement dell’Onu.

La National Oil Corporation (Noc), compagnia petrolifera libica, prende una dura posizione contro chi vuole dividere il gruppo per sfruttare le risorse naturali del Paese. Il messaggio è chiaro: giù le mani dal petrolio libico! In una nota diffusa in questi giorni, la Noc scrive che “il petrolio e le risorse naturali della Libia appartengono al popolo libico e non dovrebbero, in nessun caso, essere sfruttate per il conflitto armato”. L’utilizzo del petrolio libico o delle strutture petrolifere nel conflitto è – secondo il gruppo- una violazione del diritto internazionale umanitario e può essere perseguito come un crimine di guerra. La posizione della Noc coincide con quella delle Nazioni Unite. L’Onu ha riconosciuto il controllo della compagnia libica sulle risorse naturali, vendita, export e import del petrolio. Un endorsement che è piaciuto molto al gruppo petrolifero. Che ha accolto con favore la dichiarazione dell’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite in Libia. Ma chi vuole dividere la compagnia libica e usare il greggio ai fini del conflitto armato? Il riferimento, anche se mai citato dalla Noc e dall’Unsmil, è al generale Khalid Haftar. Uomo forte della Cirenaica che guida l’esercito di Bengasi contro il governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli. Gli appetiti però potrebbero essere molti. Doppiogiochismi e alleanze politiche sono all’ordine del giorno nel complicato quadro nordafricano. Francia e Italia sono competitor nella partita petrolifera libica. Usa e Gran Bretagna seguono a ruota e aspirano a aumentare la loro influenza economica nel Paese. L’Arabia Saudita è dietro l’angolo. Egitto, Turchia e Qatar non stanno a guardare. Il compito della diplomazia internazionale, e dell’Unione Europea in particolare, dovrebbe essere quello di tutelare la sovranità libica sulle sue risorse naturali. Proprio come ha fatto l’Onu. Ne vale la stabilità del Paese e della regione nordafricana e mediterranea.

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