Il progetto del governo francese di alzare l’età pensionabile di due anni ha causato una protesta che continua da settimane.
La rabbia popolare ha fatto bloccare le linee ferroviarie e le autostrade, messo a ferro e fuoco le piazze e le strade delle città. Uno sciopero degli addetti alla raccolta dei rifiuti ha trasformato le vie di Parigi in una immensa pattumiera. I sit-in e le manifestazioni si sono trasformate spesso in scontri tra polizia e manifestanti. La legge, voluta e promossa dal Emmanuel Macron, alza a 64 anni l’età per cessare l’attività lavorativa, fissata attualmente a 62.
La Francia è il paese europeo con l’età pensionabile più bassa d’Europa. In Gran Bretagna si va in pensione a 66 anni, ma sarà portata a 68; in Germania si va a 65 anni, ma sarà elevata a 68. In Italia ci vogliono 67 anni.
Emile Chabal è uno storico dell’Europa del 20° secolo e insegna all’Università di Edimburgo. Dice al Washington Post che le pensioni sono una parte importante del contratto sociale che è stato stipulato in Francia dalla seconda guerra mondiale. Dice che se lavori per un certo numero di anni, hai diritto ad avere una pensione per vivere.
Non è la prima volta che la Francia lotta contro i tentativi di cambiare il sistema pensionistico. Negli ultimi 30/40 anni, ci ricorda sempre Chabal, ogni tentativo di rivedere l’impianto delle pensioni si è sempre trasformato in proteste molto significative. Ci provò il presidente Jacques Chirac nel 1995. Incontrò scioperi e paralisi dei servizi essenziali. Nel 2010 il presidente Nicolas Sarkozy cambiò la legge, alzando l’età minima pensionabile da 60 a 62 anni. Anche in quell’occasione ci furono scontri e forti proteste.
La nuova legge sulle pensioni, all’esame della Corte Costituzionale, innalzerebbe gradualmente l’età minima di pensionamento fino al 2030. La maggior parte delle persone dovrebbe avere almeno 64 anni e aver versato contributi previdenziali oltre i 43 anni, prima di poter ricevere una pensione completa, con alcune eccezioni anche per coloro che svolgono lavori fisicamente gravosi.
Macron afferma che la legge è il modo migliore per garantire il futuro di un sistema che dipende dai contribuenti in età lavorativa e dall’aumento dell’aspettativa di vita. Ha riconosciuto che è impopolare, ma lo ha ritenuto necessario per bilanciare i conti.
Se l’età pensionabile rimane così com’è, ci sarebbero solo 1,2 lavoratori contribuenti per sostenere ogni pensionato nel 2070, in calo rispetto a 1,7 nel 2020, secondo i dati del governo.
Anche la spesa pensionistica pubblica sta pesando sulle casse: nel 2021 era circa il 13,6% del prodotto interno lordo della Francia, rispetto all’11% in Spagna e al 10% in Germania, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Alcuni considerano fuorviante concentrarsi sull’età di 62 anni nella discussione sulla legge francese sulle pensioni: l’età media di pensionamento del paese è già di 64,5 anni, secondo i dati dell’OCSE.