Foto smascherano Cina sulle isole contese

Alcune immagini pubblicate da un autorevole centro studi americano mostrano che la Cina prosegue la realizzazione di basi militari nell’arcipelago delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. E cresce la tensione con gli altri Paesi costieri.

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Un’immagine pubblicata dall’istituto Usa Csis che mostra la costruzione di hangar cinesi su un isolotto dell’arcipelago Spratly (foto dal sito web del Csis)

Il Centro Studi Strategici e Internazionali (Csis), autorevole istituto Usa, ha pubblicato fotografie che mostrano come la Cina stia accelerando il ritmo di costruzione di basi aeree militari in diversi punti dell’arcipelago delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. Le immagini rivelano le opere in corso come la realizzazione di alcuni hangar in prossimità della pista di atterraggio.

Sulla sovranità delle isole è in corso una contesa tra 5 Paesi. Di recente, la Corte dell’Aja ha respinto le argomentazioni con cui la Cina ha provato a giustificare perché l’Arcipelago e le acque circostanti sono da considerare sotto la sua sovranità.

Le fotografie si riferiscono ad alcuni isolotti dell’arcipelago Spratly vicino alla costa filippina conosciuti come Fiery Cross, Subi e Mischief. Qui sono evidenti hangar di diverse grandezze alcuni abbastanza grandi da ospitare aerei dell’aviazione militare cinese.

Secondo il Csis non esistono ancora prove concrete che il governo di Pechino abbia dislocato in queste isole mezzi militari anche se la realizzazione in tempi brevi di questi hangar fa pensare al contrario. Perché, scrive il think tank americano, gli hangar mostrati nelle immagini potrebbero ospitare ciascuno almeno 24 caccia bombardieri e qualche aereo di gradi dimensioni.

La vicenda è nota. La Cina rivendica da tempo più del 90% del Mar Cinese Meridionale, un’area ricca di riserve petrolifere e di gas ma anche via d’acqua fondamentale per il commercio marittimo mondiale. Pechino non è però sola a giocare la partita per la sovranità. Anche Taiwan, Malesia, Filippine, Vietnam e Brunei accampano diritti di sovranità sul Mar Cinese Meridionale.

Le rivendicazioni ogni volta più intense della Cina hanno portato a momenti di tensione pericolosa con questi Paesi costieri, in particolare con Vietnam e Filippine. Nel 2013, dopo l’ennesima azione unilaterale messa a segno da Pechino con installazioni civili e militari su alcuni isolotti, le Filippine decisero di portare il caso davanti al Tribunale di Arbitrato dell’Aja. L’Alta Corte si pronunciò sostenendo all’unanimità che non esiste alcuna prova storica che la Cina abbia mai esercitato un controllo su queste acque e accusò Pechino di avere violato i diritti dei pescatori filippini che pescano in quelle aree. La risposta cinese fu immediata e basata sulla incompetenza della Corte dell’Aja a arbitrare il caso. Secondo Pechino, il Tribunale dell’Aja non aveva alcuna giurisdizione. Per queste ragioni, le autorità cinesi non accettarono la sentenza.

Dopo la pubblicazione delle immagini, il Ministro degli esteri cinese ha spiegato alla Reuters che le strutture in costruzione “hanno finalità di tipo civile”. A inizio anno, la Cina aveva installato missili terra-aria sulle isole Paracel, sempre nel Mar Cinese Meridionale, contese da Cina, Taiwan e Vietnam. Allora le autorità cinesi spiegarono che si trattava di una misura destinata all’autodifesa.

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