Un libro che sa di blues ad ogni pagina. “Un brav’uomo è difficile da trovare” è un insieme di racconti scritti dall’autrice americana Flannery O’Connor nel 1955. La casa editrice romana Minimum Fax ha ristampato la raccolta nel 2021 con una interessante postfazione della scrittrice americana Joyce Carol Oates.
O’Connor scrive storie del profondo sud degli States come i grandi bluesman del Delta del Mississippi suonavano e cantavano le storie di soprusi e schiavitù dell’America degli anni ’30 e’40.
C’è molta poesia, malinconia e tristezza nelle storie della Georgia della O’Connor. Tanta quanta ce n’è in quelle di un Robert Johnson, John Lee Hooker o Howling Wolf. Cattolica fervente e bianca la O’Connor, figlia della cultura sudista e razzista d’America. Disillusi e protestanti i grandi poeti del blues neri che hanno subito la cultura razzista di un’America violenta.
Nei racconti di Flannery O’Connor c’è tutta la disperazione e solitudine delle terre desolate della proprietà fondiaria americana alla vecchia maniera. Il perbenismo e la buona società del Sud sono continuamente sfidati dai grezzi esponenti dell’altra società, quella che non viene messa in mostra e che è cresciuta nella povertà estrema e nell’ignoranza.
E’ impossibile non cogliere le similitudini con John Steinbeck e la sua critica alla società borghese di allora, anche se nella O’Connor emergono le contraddizioni di una scrittrice che di quella borghesia latifondista e bigotta è stata un’esponente.
Nei suoi racconti c’è l’ingenuità dei più deboli davanti ai truffatori e spavaldi (il venditore di bibbie), il rapporto tra il nonno e il giovane nipote che si riscopre con un viaggio nella grande città per citare alcune storie. Uno stile sobrio ma profondo che colpisce direttamente l’anima. Da leggere assolutamente.