Nelle elezioni in Russia Putin perde colpi e va male in tutto il Paese. Funziona la strategia del voto intelligente di Navalny, leader dell’opposizione.
Il voto amministrativo delle elezioni in Russia fotografa la crisi di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, conferma la strategia del voto intelligente messa in campo dall’opposizione, mostra che l’esclusione dalla candidatura di moltissimi candidati anti-Putin non paga, registra un crollo vertiginoso dell’affluenza. Le consultazioni elettorali hanno coinvolto 85 regioni e 56 milioni di elettori. Si è votato per scegliere consigli comunali, deputati regionali, sindaci e governatori. Altissimo l’astensionismo. A Mosca, dove si eleggeva la Duma, il Parlamento locale, ha votato solo il 21%. A Pietroburgo la percentuale si è alzata leggermente. Stesso trend in tutto il Paese.
Nella capitale la strategia del voto intelligente ha funzionato e l’opposizione ha conquistato nella Duma 20 seggi su 45. Russia Unita ha perso in 19 dei 45 distretti della città. I deputati pro-Cremlino controllano ancora il Parlamento locale con 26 seggi. Molti di loro si sono candidati come indipendenti, pur essendo legati e sostenitori del presidente Putin. Nelle elezioni del 2014, Russia Unita aveva ottenuto da sola 28 seggi, mentre i candidati indipendenti vicini al partito avevano guadagnato 10 seggi.
La strategia messa in campo dalla leadership russa ha puntato a candidare figure indipendenti, ma in realtà vicine al governo prendendo le distanze da Russia Unita dal momento che la formazione politica ha uno scarso consenso. Alex Navalny, il leader dell’opposizione e delle proteste anti-Putin, è soddisfatto del risultato ottenuto. E’ lui che ha inventato il voto intelligente, l’invito cioè a votare tutti una stessa persona purché non fosse di Russia Unita.
Malgrado il crollo elettorale generalizzato dappertutto, il partito di governo ha tenuto. I governatori pro-Putin sono stati confermati quasi ovunque. Unica eccezione è la città di Khabarovsk, nell’estremo oriente del Paese. Qui si è affermato un candidato espresso dal partito liberaldemocratico di Zhirinovsky, una forza politica che da anni fa l’opposizione morbida al presidente russo, dandogli di fatto una mano.
I risultati elettorali mostrano comunque piccoli segnali di svolta. Come l’avanzata del partito comunista. A Mosca i suoi candidati hanno conquistato 13 seggi. Nel resto del Paese, i comunisti hanno avuto un’avanzata grazie alla strategia del voto intelligente di Navalny, che ha indicato di votare molti candidati degli eredi del Pcus.
L’insoddisfazione popolare che ha portato al calo di consensi per Putin è cominciata un anno fa con il varo di una legge che allungava l’età pensionabile. Il resto lo ha fatto il peggioramento delle condizioni di vita, lo scambio di territori tra Cecenia e Inguscezia, la crisi economica della Russia colpita dagli spari di sanzioni americane.