Elezioni Burundi: il presidente gioca la carta della paura di Al Shabab

Il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, getta acqua sul fuoco divampato a causa della sua ricandidatura. E usa la paura dell’infiltrazione di jihadisti di Al Shabab.

Il presidente del Burundi gioca la carta della paura delle milizie islamiche
Il Burundi ha un contingente numeroso in Somalia per combattere Al Shabab

(Bujumbura, Burundi)- “Il Burundi è sotto la minaccia di Al Shabab, il gruppo militante jihadista somalo”. Senza mezzi termini, e con pochi scrupoli, il presidente uscente del Burundi, Pierre Nkurunziza, gioca la carta della paura di possibili attentati per raffreddare gli animi dei manifestanti che da un mese riempiono le piazze per protestare contro la sua candidatura.

Nkurunziza, rientrato da poco in Burundi dopo un tentativo di colpo di stato contro il suo governo, ha incontrato i leader di Uganda e Kenya per discutere delle misure da prendere contro il movimento di Al-Shabab. Il Burundi partecipa alla missione militare in Somalia e il suo contingente è il secondo per impiego di truppe (5432 soldati). Finora, Al Shabab ha colpito Kenya e Uganda, impegnate nella missione somala. Ora il Burundi teme di essere il prossimo nel mirino degli integralisti islamici.

Un portavoce di Al Shabab ha però smentito alla Reuters minacce nei confronti del Burundi.

Da quando il presidente Nkurunziza ha annunciato la sua candidatura, sono cominciati gli scontri nel Paese che hanno provocato 20 morti e, secondo l’Onu, almeno 105 mila persone sono fuggite nei Paesi confinanti. In particolare in Ruanda.

La scorsa settimana alcuni ufficiali dell’esercito hanno tentato un colpo di stato mentre il presidente si trovava in Tanzania per discutere proprio della situazione interna al Burundi. Il golpe è fallito e suoi autori sono stati tutti arrestati tranne l’ideatore, generale Godefroid Niyombare, ancora in libertà.

I manifestanti contestano al presidente di violare la Costituzione del 2005 che prevede un massimo di due mandati. Nkurunziza sostiene che la prima volta era stato eletto dal Parlamento e non dal voto popolare come primo presidente scelto contestualmente alla nuova Costituzione. Quindi, sostiene Nkurunziza, ha diritto ancora a un mandato. E intanto il Burundi rischia di scivolare lentamente in una nuova guerra civile.

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