Il gas dà respiro al presidente Al-Sisi. La scoperta di nuovi giacimenti apre prospettive per rianimare l’economia egiziana. Egitto potenza energetica regionale.
L’Egitto annuncia di avere raggiunto l’autosufficienza nel settore energetico del gas. Alla fine di settembre 2018, il governo del Cairo ha comunicato che nel corso dell’anno c’è stato un aumento progressivo della produzione di gas naturale. La notizia chiude un periodo difficile lungo quattro anni che ha obbligato il Paese nordafricano a importare ingenti quantità di gas liquefatto.
Senza dubbio, per il presidente Abdel Fatah al-Sisi questo dato confortante rappresenta solo una tappa nel percorso di rendere l’Egitto potenza energetica regionale.
Il successo egiziano consiste nella scoperta recente di alcuni giacimenti di gas. Il più importante di questi è lo Zohr. Lo ha scoperto l’Eni ed è il più importante giacimento di gas di tutto il Mediterraneo. Si stima che potrebbe avere riserve di gas di circa 850 miliardi di metri cubi.
Per potenziare la propria capacità di esportazione, l’Egitto confida negli accordi commerciali stabiliti con Israele, lo scorso febbraio, e con Cipro a ottobre. Entrambi i Paesi hanno sempre beneficiato negli ultimi anni dei giacimenti nel Mediterraneo orientale. Per ragioni logistiche, a entrambi conviene estrarre gas verso la costa egiziana dove ci sono due grandi impianti di liquefazione di questo combustibile. In assenza di gasdotti, l’unico modo per esportare il gas è trasformarlo ottenendo la liquefazione. Così Israele esporterà il gas egiziano, mentre Cipro lo farà nel 2020.
L’equazione energetica pesa naturalmente sui rapporti e equilibri geo-strategici regionali. L’Unione Europea, per esempio, è molto interessata allo sviluppo di un mercato del gas nel Mediterraneo orientale perché alleggerirebbe la sua dipendenza dal gas russo, anche in considerazione delle tensioni Russia Ucraina. Israele invece punta a migliorare le sue relazioni con l’Egitto, il Paese arabo più popoloso. Sebbene i rapporti tra Tel Aviv e Il Cairo siano stati stabilizzati fin dagli accordi di Camp David tra Sadat e Beguin nel 1979, la loro relazione è stata definita come “pace fredda”. Al-Sisi invece ha un progetto geopolitico chiaro: l’Egitto potenza energetica regionale.