Netanyahu Unione Europea: scontro aperto. Scontri a Gaza, Betlemme e Hebron Il riconoscimento di Gerusalemme capitale israeliana alimenta scontri e proteste in Palestina.
Gerusalemme capitale di Israele, giorno quarto. Un israeliano di 25 anni accoltellato e in fin di vita all’ospedale. Scontri a Betlemme, Hebron e Gaza. Tutta la Palestina in subbuglio. Una donna israeliana ferita da una sassata mentre viaggiava su un autobus.
Dopo soli quattro giorni dall’annuncio di Donald Trump di volere riconoscere Gerusalemme capitale dello Stato ebraico, la tensione è esplosa in terra santa e sembra non volere diminuire. Chi pensava si trattasse di un momento transitorio destinato a sgonfiarsi nel tempo, come sostenuto dal quotidiano spagnolo El Mundo, dovrà ricredersi. Questa nuova crisi arabo-israeliana provocata dalle parole del presidente degli Stati Uniti potrebbe avere aperto una frattura difficile da ricostituire.
Secondo le autorità palestinesi i feriti sono oltre 1200. Di questi almeno 150 sono stati colpiti con munizioni vere e non di gomma. Forti scontri sono avvenuti nell’Università di Hebron tra studenti e polizia, che ha fatto uso di gas lacrimogeni. Intanto, Israele ha scoperto un tunnel militare segreto di Hamas che dalla Striscia di Gaza penetra per 200 metri in territorio israeliano.
Cresce la tensione anche tra Israele e l’Unione Europea. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è in visita all’Eliseo per un summit con il presidente francese Emmanuel Macron. Il Capo di Stato francese, riporta l’Ansa, disapprova la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di spostare nella città santa la sede dell’ambasciata Usa. Ma il premier israeliano va per la sua strada. Prima di partire per l’Europa ha dichiarato di rispettare l’Europa ma di non essere accettare con il suo “doppio standard” sulla questione mediorientale.
Gerusalemme capitale di Israele, giorno terzo. Donald Trump interviene dopo gli scontri dei giorni scorsi facendo un appello alla calma. “Che le voci della speranza prevalgano su quelle dell’odio”. E’ il messaggio che Trump ha fatto divulgare attraverso il suo portavoce. L’intervento di Trump è arrivato dopo un altro giorno di scontri con altri 4 palestinesi uccisi a Gaza.
Gerusalemme capitale di Israele, giorno secondo. Non si placano gli scontri in terra santa dopo l’annuncio del presidente Donald Trump. Oggi c’è stato il primo morto a Gaza. E’ un giovane palestinese. In Cisgiordania sono oltre 750 i feriti a seguito degli scontri con i militari israeliani.
La tensione è esplosa in tutti i territori palestinesi. Ancora oggi sono stati lanciati dalla striscia di Gaza razzi verso il sud di Israele. Il sistema antimissile di Tel Aviv, l’Iron Dome, ne ha intercettato e abbattuto uno. Le forze armate israeliane hanno reagito sparando colpi di cannone e lanciando raid aerei sulle postazioni di Hamas. Tra queste un campo di addestramento e un deposito di armi.
Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen è intervenuto condannando il riconoscimento di Gerusalemme capitale da parte del presidente Usa. La condanna del capo dell’Anp è arrivata subito dopo la seduta di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e la presa di posizione di cinque ambasciatori dell’Ue (Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania e Svezia) che hanno dichiarato di essere in “disaccordo” con la scelta di Trump.
Gerusalemme capitale, giorno primo. La reazione palestinese al riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele non si è fatta attendere. La decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme e di riconoscere quest’ultima come capitale, ha incendiato la Palestina prima di ogni aspettativa.
Scontri tra palestinesi e i militari dell’esercito israeliano sono avvenuti a Gerusalemme est, in Cisgiordania e lungo la linea di demarcazione con l’enclave di Gaza. Sono già oltre 100 i palestinesi rimasti contusi, intossicati da gas o colpiti da proiettili di gomma. Dal nord di Gaza sono stati lanciati anche due razzi contro Israele. Nelle città giudaiche di confine è risuonato più volte l’allarme e gli abitanti sono corsi nei rifugi.
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh, ha fatto un appello ai palestinesi per una nuova Intifada. “Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana è una dichiarazione di guerra nei nostri confronti”, ha aggiunto in televisione. Numerose le manifestazioni di protesta contro gli Stati Uniti in molte città: Ramallah, Betlemme, nella striscia di Gaza e a Gerusalemme presso la Porta di Damasco nella città vecchia. Le autorità palestinesi hanno proclamato per la giornata odierna anche uno sciopero.
Benjamin Netanyahu, premier israeliano, si congratula con il presidente Trump per avere riconosciuto Gerusalemme capitale. Il capo del governo è convinto che dopo il riconoscimento Usa ci saranno altri Stati che porteranno l’ambasciata nella città santa e la riconosceranno come capitale israeliana. Finora però da Unione Europea e Onu è arrivato un no al riconoscimento e a dure critiche per la scelta degli Stati Uniti. Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e Lega Araba si riuniranno nei prossimi giorni per decidere la risposta da dare.
dal 93 ogni nuovo presidente insediato asserisce di avere la soluzione giusta per questo “problema” più o meno una simile all’altra e tutte senza esiti. Questa è di completa rottura. Giudicare il giorno dopo è inutile e anche sciocco. Aspettiamo qualche mese e vedremo. D’altra parte che si pretendeva? che il Presidente Trump ricalcasse le orme di Clinton e Obama? Orme che non hanno portato a nulla finora