Lo Stato Islamico torna a colpire: oltre 100 feriti e 32 morti nel duplice attentato kamikaze a Baghdad. Il risveglio delle cellule dormienti.
L’Isis ha rivendicato il duplice attentato kamikaze che ha ucciso 32 persone e ne ha ferite altre 100 a Baghdad, Iraq, ieri 21 gennaio. La conferma arriva da Amaq, l’agenzia stampa dello Stato Islamico.
Secondo il portale del Site Intelligence Group, i due kamikaze si sono fatti esplodere nel mercato affollato di gente di Tayaran Square. Testimoni hanno raccontato che il primo terrorista ha urlato in mezzo alla folla di stare male creando un assembramento di gente attorno a lui in una strada vicino alla piazza centrale. A quel punto ha azionato il detonatore, causando l’esplosione. Il primo attentato è avvenuto intorno alle 10 del mattino. Il secondo kamikaze ha fatto scattare il detonatore quando sono arrivate sul posto dell’esplosione le ambulanze e la polizia. Molte persone erano vicine ai morti e ai feriti. Tra di loro, vicino alle vittime, c’era anche il secondo attentatore.
Lo shock ha colpito di nuovo la capitale irachena. L’ultimo attentato risale al gennaio 2018 quando morirono 35 persone. Dalla sconfitta dello Stato Islamico nel 2017, Baghdad pensava di avere superato l’incubo dei kamikaze. Tanto che le mura anti-deflagrazione e i checkpoint sono stati tolti.
Tuttavia, esistono ancora delle cellule “dormienti” dell’Isis che possono colpire ancora. Come ha dimostrato il duplice attentato kamikaze, il più intenso degli ultimi 3 anni. Gruppi di militanti jihadisti continuano a condurre operazioni di terrorismo. Sono oltre 10.000 i miliziani ancora in azione.
Da una settimana, ha ricordato il ministero iracheno per l’energia, ci sono attacchi contro impianti e centrali elettriche, infrastrutture e altri punti nevralgici energetici che hanno causato milioni di dollari di danni.
I miliziani dell’Isis sono musulmani sunniti e indubbiamente hanno il sostegno della minoranza sunnita irachena che mal sopporta il governo nazionale controllato dai musulmani sciiti. Il presidente iracheno ha condannato l’attacco, così come hanno fatto anche l’Unione Europea, l’Onu e il Papa che ha in programma a marzo la visita pastorale proprio a Baghdad.