Botta e risposta tra Usa e Gran Bretagna da una parte e ribelli Houthi dall’altra. La giornata particolare sul Mar Rosso.
Attacco anglo-americano, il quarto in poco meno di una settimana, contro gli Houthi, il gruppo sciita sostenuto dall’Iran e operativo in Yemen. I caccia di Stati Uniti e Regno Unito hanno colpito le basi dei ribelli filo-iraniani nella provincia yemenita di Al Bayda, a sud-est della capitale Sana’a.
L’incursione è avvenuta quasi contemporaneamente all’aggressione a una nave greca condotta dagli Houthi. Il mercantile Zografia è stato colpito da un missile all’altezza del porto yemenita di Saleef. La nave stava attraversando il Mar Rosso in direzione nord. Il missile ha danneggiato gravemente il cargo senza però compromettere la possibilità di navigazione. A bordo un equipaggio di 24 persone.
Intanto, si apprende che la Marina militare degli Stati Uniti ha sequestrato lo scorso 11 gennaio un carico di armi destinato agli Houthi. Tra queste anche testate per missili a corto raggio e missili da crociera. E’ il primo sequestro di armi fornite dall’Iran ai ribelli sciiti da quando sono iniziati gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso.
Nella notte c’è stata la prima reazione iraniana dopo l’attentato lo scorso 2 gennaio, rivendicato dall’Isis, presso la tomba del generale Qasam Solemani. I missili di Teheran sono stati lanciati su Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno. Quattro civili morti e diciassette i feriti. L’esercito iraniano ha distrutto, come hanno dichiarato i pasdaran, alcuni quartieri generali dello spionaggio di Israele nella regione del Kurdistan iracheno. All’indomani dell’attacco che ha ucciso quasi 100 persone, il governo degli Ayatollah hanno subito puntato il dito contro Israele e Stati Uniti nonostante la rivendicazione dello Stato Islamico.