Cos’è successo al vertice Nato di Vilnius

Tanta Ucraina nel summit Nato di Vilnius dell’11 e 12 luglio. Non c’è l’invito all’adesione di Kiev ma pieno sostegno al governo di Zelensky.

Foto di Ezio Cairoli

Concludendo il vertice di Vilnius mercoledì 12 luglio 2023, il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha accolto con favore il fatto che i leader dell’alleanza militare abbiano preso importanti decisioni per adeguare l’Alleanza al futuro. Gli alleati hanno concordato i piani di difesa più dettagliati e solidi della NATO dai tempi della Guerra Fredda, rafforzato il loro impegno per gli investimenti nella difesa, hanno concordato di avvicinare l’Ucraina alla NATO e hanno approfondito i partenariati in tutto il mondo.

Stoltenberg ha presieduto la riunione inaugurale del Consiglio NATO-Ucraina, dove agli alleati si è unito il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. Il segretario generale ha sottolineato che d’ora in poi Nato e Ucraina si incontreranno in Consiglio “per discutere e decidere alla pari”.

Gli alleati hanno concordato un nuovo pacchetto di assistenza pluriennale per aiutare la transizione dell’Ucraina dall’era sovietica agli standard e alle attrezzature della NATO e rendere le loro forze pienamente interoperabili con l’alleanza militare.

Al vertice, gli alleati hanno anche ribadito che l’Ucraina diventerà un membro della NATO e hanno concordato di rimuovere il requisito per un piano d’azione per l’adesione. “Ciò cambierà il percorso di adesione dell’Ucraina da un processo in due fasi a un processo in una fase”, ha affermato Stoltenberg. “Inviteremo l’Ucraina ad aderire alla NATO quando gli alleati saranno d’accordo sul fatto che le condizioni siano soddisfatte”. Ha aggiunto che l’Ucraina è ora “più vicina alla NATO che mai”.

Ucraina nella Nato: il dubbio tedesco

Gli alleati si sono impegnati a garantire che quando la guerra finirà, ci saranno accordi credibili per la sicurezza dell’Ucraina. Molti alleati si sono fin da ora impegnati a fornire assistenza di sicurezza a lungo termine all’Ucraina.

A Vilnius, tuttavia, pur sottolineando il sostegno della NATO all’Ucraina, non è stato previsto un calendario chiaro su quando il paese potrebbe essere in grado di aderire all’alleanza, con grande delusione per il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, che si era recato nella capitale lituana.

In realtà l’ucraina ha ottenuto a Vilnius tutto ciò che poteva desiderare. Unica eccezione l’applicazione dell’articolo 5 dello Statuto della Nato. E’ l’articolo che fa scattare il meccanismo della sicurezza collettiva. Se un Paese alleato è aggredito, gli altri vanno in sua difesa. Sarebbe stato troppo estendere questo meccanismo a un Paese che è attualmente in guerra, e pure aggredito, con la Russia. Tutta l’alleanza militare si sarebbe trovata in guerra con Mosca.

Le rassicurazione degli alleati sul futuro ingresso ucraino nella Nato, la garanzia del supporto militare a Kiev, la fornitura di armamenti, sono tutti segnali che mostrano a Vladimir Putin che l’alleanza militare continua a appoggiare Zelensky. Se non fosse stato ribadito il supporto a Kiev, Putin avrebbe potuto pensare che l’unità a sostegno dell’Ucraina stesse scricchiolando.

1 COMMENT

  1. Assai negativa e molto pericolosa la promessa della NATO (l’impero informale americano, secondo la definizione di Lucio Caracciolo) di includere l’Ucraina nell’alleanza. La causa remota del conflitto in corso consiste nell’acquisizione da parte della NATO nel 2004, senza alcuna esigenza difensiva, in violazione dell’equilibrio fra le potenze e di una ragionevole demarcazione fra le sfere di sicurezza, di cinque stati già appartenenti alla sfera di sicurezza orientale: violazione sopportabile per Romania, Bulgaria e Lituania, grave per la Lettonia, confinante con la stessa Russia, molto grave per l’Estonia con cui il dispositivo NATO dominava la rotta della flotta russa del Baltico e giungeva alle porte di San Pietroburgo. La causa prossima consiste poi, anzitutto, nella dichiarata intenzione statunitense di acquisire alla NATO la stessa Ucraina ponendo Mosca e il cuore della Russia nel corto raggio missilistico nucleare di quell’alleanza. Ciò ha purtroppo infine condotto la Russia all’intervento (in alternativa al trasferimento della capitale sugli Urali, poco praticabile). Condizione fondamentale di ogni ragionevole accordo di pace è dunque la neutralità permanente di un’Ucraina indipendente, protetta da robusto presidio ONU,(e fatta salva l’autodeterminazione di Crimea e Donbass). Al contrario la promessa di Vilnius indurrà la Russia ad arruolare altre truppe e ad intensificare la produzione bellica, rendendo più sanguinoso e pericoloso il conflitto. Ci ripensi il governo di Washington con il suo seguito atlantico !
    22/7/2023
    Nearco 7

Leave a Reply