Cos’è la trilaterale tra Egitto, Giordania e Iraq

I leader dei tre Stati potenziano la cooperazione lanciata nel 2019. La prima visita di un presidente egiziano in Iraq dal 1991.

Il vertice di Baghdad rafforza la collaborazione tra Egitto, Giordania e Iraq e indebolisce il ruolo dell’Iran in Medio Oriente. I leader dei tre Paesi vanno avanti con la trilaterale mediorientale che ha tutte le carte per diventare un nuovo e influente giocatore nella partita regionale.

Ma cos’è la trilaterale tra Egitto, Giordania e Iraq?

Nel marzo 2019 i governi dei tre Paesi hanno lanciato al Cairo un meccanismo di cooperazione in diversi settori. Si sono incontrati da allora solo quattro volte, complice anche la pandemia. Quello di questi giorni a Baghdad ha visto il ritorno di un presidente egiziano in Iraq dopo 30 anni. Era dalla guerra del Golfo che gli egiziani hanno evitato visite ufficiali del loro presidente in territorio iracheno.

I presidenti egiziano Al-Sisi, il re di Giordania Abdullah e il premier iracheno Mustafa Al-Khadimi sono concordi che, davanti alle sfide senza precedenti che il Medio Oriente sta affrontando, occorre rafforzare la propria cooperazione. I tre leader sono consapevoli che gli sviluppi degli ultimi anni, ma anche quelli più recenti, possono minacciare la loro sicurezza e quindi occorre intervenire con azioni preventive e il consolidamento della loro alleanza.

Diventa così rilevante una cooperazione strategica nel campo dell’economia e degli investimenti, due ambiti che possono “legare” tra loro i tre Paesi. Pesa anche la questione palestinese, al centro dei colloqui a Baghdad tra i tre leader. L’Egitto ha svolto una mediazione importante e può diventare lo Stato più credibile per garantire i futuri colloqui e negoziati. Con il traino egiziano, la trilaterale mediorientale può inserirsi con forza e avere peso nel complicato quadro del Medio Oriente. Inoltre, va a scardinare gli equilibri esistenti e creare un fronte diplomatico con ricadute positive sulla regione.

 

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