L’accordo proposto dallo zar di Russia coinvolse Austria e Prussia. Ma cos’è la Santa Alleanza?
Il 26 settembre 1815 Russia, Prussia e Austria firmano il patto della Santa Alleanza. Autore e promotore dell’accordo è lo zar russo Alessandro I. Gli altri due firmatari sono Francesco I imperatore d’Austria e Federico Guglielmo III di Prussia. Ma cos’è la Santa Alleanza?
Il trattato è “un documento senza precedenti nella storia degli atti diplomatici” secondo la definizione dello storico francese Pierre Renouvin. I tre imperi di Russia, Austria e Prussia hanno la pretesa di fondare le loro relazioni sui precetti della religione e sull’esistenza della nazione cristiana.
Il suo contenuto si può riassumere come un appello dei tre sovrani al resto d’Europa. Invocano e richiamano i principi del cristianesimo. Dichiarano la volontà di mantenere nelle relazioni politiche internazionali le regole della carità, giustizia e pace propri della religione cristiana.
Il passaggio più importante, sotto il profilo delle relazioni internazionali, è l’impegno a “rimanere uniti dal legame di fratellanza” e soprattutto “di prestarsi soccorso e aiuto in ogni luogo e in ogni occasione“. Quest’ultimo punto sembra una forma arcaica del meccanismo della sicurezza collettiva che circa 130 dopo sarà sancito con il famoso articolo 5 del trattato della Nato.
La Santa Alleanza è un tipo di accordo che la Convezione di Vienna sui trattati definirà nel 1969 un trattato aperto. Ammette in sostanza la possibilità che entrino, anche successivamente alla firma del patto, nuovi attori purché rispettino i suoi contenuti e le sue clausole. Nella Santa Alleanza i tre sovrani firmatari dichiarano di accogliere nel trattato tutti quegli Stati disposti a accettare “i sacri principi”.
Quali sono gli interessi politici che si nascondono dentro il trattato della Santa Alleanza? Alessandro I, che è l’architetto dell’accordo, ha due grandi obiettivi.
Inserendo nel trattato l’appello rivolto solo ai “principi cristiani”, e soltanto a loro, lo zar di Russia spera di coinvolgere le cattoliche Francia e Spagna. La loro adesione può tornare utile perché si avvicinerebbero alla Russia e tornerebbero utili agli interessi di Pietroburgo.
Il secondo obiettivo è l’esclusione dell’impero ottomano. La clausola dell’adesione degli Stati cristiani esclude la partecipazione del sultano. Alessandro I vuole avere la mano libera e la libertà d’azione nell’area ottomana. Così, inventa il principio della comunità cristiana e lo mette al servizio del suo disegno politico europeo.
Cosa ne pensano del trattato le cancellerie europee? Alcune testimonianze storiche scrivono di commenti ironici. Tuttavia, nessuno cade nell’inganno russo. Inclusi gli altri firmatari. Tutti sono consapevoli della manovra politica dello Zar.
A Vienna e Berlino, che firmano l’accordo e diventano soci della Russia, la proposta dello zar appare inoffensiva. Il trattato non richiede impegni specifici ed è una dichiarazione di princìpi. Così danno l’adesione più per cortesia che per convinzione. E accontentano la vanità dello zar.
La Gran Bretagna è reticente e non aderisce al trattato. Il ministro degli esteri di Sua Maestà, Lord Robert Steward Castlereagh, considera la proposta zarista “un’assurdità” e una “manifestazione di sublime misticismo”. La vera preoccupazione per Castlereagh è che la Francia potrebbe aderire all’accordo. Proprio quello che Alessandro I vuole.
Lord Castlereagh non riesce a silurare la firma della Santa Alleanza durante la fase delle trattative. Quindi trova un modo per tenere Londra alla larga e starne fuori. Per farlo usa una norma costituzionale britannica. Al sovrano è proibito firmare un atto internazionale senza l’approvazione del Parlamento. E il principe reggente inglese fa il gioco di Castlereagh. Scrive una lettera allo Zar in cui si dice d’accordo con “i sentimenti” espressi dal trattato ma che purtroppo non può aderirvi.
Il patto della Santa Alleanza diventa il simbolo di una politica più che un trattato dal grande valore nelle relazioni internazionali. Non avrà alcuna funzione importante e specifica.