Cos’è la rivolta dei Mau Mau in Kenya

Cos'è la rivolta dei Mau Mau in Kenya

Tra il 1952 e il 1954, il Kenya assiste alla rivolta dei Mau Mau, un movimento terrorista che mira all’espulsione dei bianchi.

La transizione verso l’autonomia delle colonie britanniche in Africa dopo la seconda guerra mondiale non fu pacifica. Il Colonial Office di Londra, l’allora Ministero degli affari coloniali, toccò subito con mano il problema. Fu il Kenya a mettere alla prova il sistema. E lo fece con la ribellione dei Mau Mau. Questi misero a ferro e fuoco il paese, abitato in prevalenza dalle tribù Masai e Kikuyu. La rivolta ebbe conseguenze sanguinose.

All’origine dei disordini c’era sempre la solita questione di tutte le terre coloniali: la suddivisione delle terre tra riserve indigene e zone soggette alla colonizzazione europea. In Kenya, questa situazione si trascinava dal 1939, da quando il governatore britannico aveva stabilito di riservare il 10 per cento del territorio coloniale alla comunità bianca di coloni. Per i nazionalisti keniani, questa soluzione aveva escluso dalle zone fertili le tribù indigene dell’interno, tradizionalmente stanziate su quei territori, di etnia Kikuyu.

Nella riorganizzazione delle terre agrarie indigene, le ordinanze sulle concessioni delle autorità britanniche non tennero dunque in alcun conto che la zone degli altopiani fertili (i cosiddetti White Highlands), considerati invece dominio riservato agli europei.

Questi ultimi, in tutto circa 15 mila, coltivavano queste terre grazie al lavoro di 300 mila indigeni. La situazione non poteva essere accettata dagli stessi indigeni, tra i quali si sviluppò un forte impulso di rivolta.

Ciò portò alla formazione di un movimento nazionalista xenofobo che mirava all’espulsione dei bianchi. Tra i suoi esponenti c’era una figura molto nota nel panorama politico del Kenya: Jomo Kenyatta, un intellettuale che fin dal 1938 denunciò la politica britannica.

La seconda guerra mondiale aveva generato tra i nazionalisti e le tribù kenyane una maggiore consapevolezza dei propri diritti e della propria forza. Dopo il conflitto, la situazione di predominio britannico era diventata insopportabile a molti esponenti dei movimenti sindacali, politici e tribali, che iniziarono a lanciare le rivendicazioni anticolonialiste.

La fame di terra unita alle promesse europee non mantenute diedero vita a una lotta armata antibritannica e contro i bianchi, condotta da un movimento, o meglio una setta, che prese forma di associazione segreta conosciuta come Mau Mau. Il nome deriva dal giuramento, o patto di sangue (numa nel linguaggio indigeno), che doveva essere prestato dagli aderenti alla setta.

I Mau Mau condussero un’attività terroristica fin dal 1942. All’inizio sembravano reazioni transitorie contro la presenza dei coloni europei. Invece, i Mau Mau si organizzarono per un’azione di grandi proporzioni con l’obiettivo di scacciare i bianchi dagli altipiani ricorrendo a violenza e terrore.

Il vero inizio della guerriglia Mau Mau fu il 1952. Quell’estate avvennero attacchi sanguinosi con incendi e assalti a proprietà e coloni europei.

La rivolta dei Mau Mau colpì non solo i coloni bianchi europei ma anche gli africani ritenuti poco convinti della loro lotta. Scriveva Roman Rainero nel suo studio “Storia dell’Africa” (Eri Edizioni, Torino- 1966) che furono circa un centinaio gli europei uccisi, mentre gli africani furono duemilaquattrocento.

Successivamente, la massiccia repressione armata britannica, incluso l’internamento nei campi di concentramento di migliaia di Kykuyo sospettati di essere Mau Mau, misero fine alla rivolta. Nel 1954 la ribellione era praticamente domata. Nel 1957, avvenne la liberazione di Jomo Kenyatta, presunto capo dei Mau Mau, ci furono le prime elezioni politiche e l’indipendenza del Kenya. Jomo Kenyatta è il padre di Uhru Kenyatta, presidente del Kenya per due mandati fino al 2022.

Leggi anche: The Mau Mau movement – The Loughborough University

The Mau Mau Rebellion – African Studies Center

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