Firmato a Washington da Reagan e Gorbacev nel 1987, l’accordo prevedeva la distruzione delle armi nucleari. Cos’è il trattato Inf.
Si chiama Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, più conosciuto come Inf, o Trattato di Washington per la distruzione delle armi nucleari. E’ stato firmato l’8 dicembre del 1987 nella capitale americana dal presidente Usa Ronald Reagan e da quello dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbacev. L’accordo è stato ottenuto durante il terzo vertice tra i due leader politici (7-10 dicembre 1987). Vediamo cos’è il trattato Inf.
Il summit di Washington produceva per la prima volta dal secondo dopoguerra risultati concreti sul disarmo e apriva la strada alla distruzione, e non solo alla limitazione, di alcuni armamenti. In particolare, le armi nucleari.
Il trattato Inf prevedeva che entro tre anni tutti i missili di portata compresa tra i 500 e i 5500 km di gittata fossero distrutti. Unica eccezione quelli appartenenti alle dotazioni nucleari nazionali di Francia e Gran Bretagna. La distruzione di armamenti nucleari toccava soltanto il 4% del potenziale nucleare disponibile nel mondo. Tuttavia, il Trattato segnava un passo in avanti perché per la prima volta le due superpotenze accettavano di distruggere armi nucleari.
Oggi, gli eredi di quelle due superpotenze cercano invece di distruggere l’Inf. Trump ha annunciato il ritiro Usa dall’accordo. Putin è accusato di avere sistematicamente violato quell’intesa negli anni.
Ma torniamo a cos’è il trattato Inf. L’accordo prevedeva un meccanismo di ispezioni reciproche nelle basi missilistiche per verificare che la distruzione di armi nucleari fosse rispettata da russi e americani. Questi controlli nelle rispettive basi missilistiche resero necessario un trattato speciale, allegato all’Inf, con i cinque Paesi Nato e europei che ospitavano missili Usa (i celebri euromissili): Olanda, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Italia).
I Paesi europei ritennero che l’accordo avesse un limite considerevole: non prevedeva l’eliminazione dei missili di gittata inferiore ai 500 km, armi utilizzabili anche in guerre convenzionali. Le capitali europee, che si sentivano in prima linea sul fianco orientale, temevano missili di questo tipo che potevano colpirle facilmente. In particolare la Germania, che soffriva ancora della situazione di divisione e quella di Paese confinante con la cortina di ferro. Una preoccupazione di breve respiro che da lì a poco gli eventi della caduta del muro e del crollo del mondo comunista avrebbero superato.
Il trattato Inf non risolveva invece la questione degli armamenti strategici. Per questi erano in corso i negoziati Start a Ginevra. Nell’intesa di Washington però erano stati inseriti alcune linee guida per aprire la strada al compromesso degli accordi Start. Si prevedeva infatti la riduzione del 50% dei rispettivi arsenali; si poneva un tetto di 1600 vettori e 6000 testate nucleari; si limitava il numero delle testate nucleari per i missili più potenti (154 missili con non più di 1540 testate); impegno reciproco a proseguire la discussione sui bombardieri strategici e sui missili intercontinentali; previsione di non superare le 4900 unità per ciascuna delle parti come numero totale di testate nucleari.