Cos’è il food sharing. Ecco le principali piattaforme digitali

Notiziario Estero – La lotta contro lo spreco alimentare passa attraverso modelli imprenditoriali digitali. Ecco cos’è il food sharing.

Parola d’ordine: non gettare via niente. Di lotta contro lo spreco alimentare si parla da tempo. Si è scritto molto di buone pratiche da attuare in ristoranti e di educazione nelle scuole. Negli ultimi anni però si sono diffusi modelli imprenditoriali digitali che consentono di scambiare sul web il cibo avanzato, o meglio di condividere il cibo. Vediamo cos’è il food sharing e le principali piattaforme digitali che lo promuovono.

Il food sharing ha l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari soprattutto nel settore della ristorazione e distribuzione. Lo spreco di cibo ha un effetto dannoso sull’ambiente ed è considerato responsabile dell’8% delle emissioni globali di gas serra.

Ecco quali sono le piattaforme digitali più importanti fondate su modelli di business molto diversi tra loro. In alcuni casi si tratta di no-profit, in altri di veri e propri imprenditori digitali.

  • Foodsharing.de E’ la rete no-profit tra le prime nate in Europa. Su base volontaria i suoi iscritti condividono cibo in eccesso in rete, usando la piattaforma. In lingua tedesca, può essere letta attivando il traduttore di google da chi non conosce la lingua;
  • Bringthefood. Piattaforma no profit italiana nasce da un progetto della Fondazione Kessler. Punta a distribuire il cibo in eccesso di produttori e distributori a organizzazione no profit. Il modello si fonda sulla collaborazione con attori locali sul territorio. Funziona grazie alla partnership territoriale con produttori locali, consorzi, Acli, Banco Alimentare, ecc. Grazie alla piattaforma, il cibo in eccesso da mense aziendali e scolastiche viene recuperato e redistribuito nel giro di 24 ore a enti caritatevoli;
  • Too good to go. Piattaforma imprenditoriale nata in Danimarca e presente oggi in oltre 10 Paesi. Opera nel cosiddetto mercato Business to Consumer, noto come B2C. Vengono individuati e raccolti cibi in buono stato, prossimo alla scadenza, provenienti da attività commerciali come panifici, aziende di ristorazione, supermercati, ristoranti. Il consumatore può andare nel punto vendita indicato sulla piattaforma oppure acquistare su questa il piatto preferito e individuare le attività che aderiscono alla campagna;
  • MyFoody. Creata da una start-up italiana, la piattaforma è focalizzata essenzialmente nell’ambito della grande distribuzione. Ha inventato le aree anti-speco nei supermercati che aderiscono all’iniziativa. E grazie a una app è possibile geo-localizzare i prodotti in scadenza.

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