Una disputa territoriale alla frontiera condivisa tra Kirghizistan e Tagikistan è all’origine di una tensione che continua dal 1991.
La tensione tra Kirghizistan e Tagikistan torna ciclicamente dal 1991. La crisi di gennaio alla frontiera tra i due Paesi è solo l’ultimo episodio di uno scontro che si ripete periodicamente da 30 anni.
Il 27 gennaio alcuni cittadini tajiki hanno bloccato l’autostrada che collega le città kirghize di Batken e Isfana e che corre verso l’Iran, un arteria commerciale di 2600 km, all’altezza di Tort-Kocho, in Kirghizistan e al confine con il Tagikistan.
Le autorità di entrambi gli Stati hanno mandato sul posto pattuglie di militari. La situazione è poi precipitata a causa dell’uso di armi da fuoco. Negli scontri che sono seguiti, ci sono stati due morti tra i civili e una trentina di feriti tra militari e civili.
I due Stati hanno raggiunto, quindi, un accordo per il cessate il fuoco il 28 gennaio e il ritiro dei militari. La situazione sembra stabilizzata. Almeno fino alla prossima crisi.
Kirghizistan e Tagikistan condividono un confine di 976 km. Allo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991, i due Paesi hanno ottenuto l’indipendenza. Da allora, nascono periodicamente disordini lungo la frontiera.
Quest’ultima è stata delimitata per 519 km. I 451 km rimanenti sono al centro della disputa territoriale kirghizo-tagika. Alla base di questa contesa c’è il fatto che i confini sono stati tracciati, dicono entrambi i Paesi, senza tenere conto del “principio etnico”, o quello che possiamo chiamare principio di nazionalità. Allo scioglimento dell’Urss si tenne conto solo dell’aspetto economico.
Così i due Stati rivendicano infrastrutture, percorsi stradali, pozzi e canali appellandosi a documenti diversi.
A complicare la tensione c’è l’enclave di Vorhuk, 35000 abitanti per un’estensione di 130 km quadrati. La città è sotto la sovranità del Tajikistan ma collocata in territorio kirghizo.
In alcune occasioni, l’ultima nel 2019, i due Stati hanno provato a trovare un accordo per mettere fine alla disputa. Sempre senza esito.