Cosa succede a Haiti

Il Paese caraibico vive una profonda crisi politica, istituzionale e sociale. L’assassinio del presidente e le catastrofi naturali rendono difficile la situazione a Haiti.

Il declino politico e istituzionale ad Haiti inizia il 19 luglio 2021. E’ il giorno dell’assassinio del presidente Joveneil Mose, ucciso in casa da un commando in circostanze ancora misteriose. Quell’omicidio getta il Paese in una profonda crisi istituzionale con gravi conseguenze anche sociali. La crisi di Haiti peggiora anche a causa delle catastrofi naturali che hanno colpito il territorio negli ultimi anni.

La capitale Port-au-Prince è luogo di scontri tra bande armate nel quale sono morte 75 persone in due settimane. Lo dice l’Onu che sta monitorando attentamente la situazione. Le Nazioni Unite registrano anche 68 persone ferite e 9 mila haitiani in fuga. Le gang armate si contendono il controllo del territorio.

La questione della sicurezza si fa sentire nella capitale haitiana. Centinaia di persone hanno marciato l’8 maggio a Port-au-Prince per chiedere maggiore sicurezza. Sono i residenti del sobborgo “Cul-de-Sac”, nella parte nord orientale della città e dove sono più operative le bande locali. Gli abitanti di queste zone hanno denunciato stupri, incendi alle abitazioni e difficoltà a spostarsi.

Il 9 maggio una gang armata ha assaltato un pullman di turisti, rapendo 17 persone. La polizia sta cercando di trattare la liberazione.

Per approfondire consiglio la lettura di questo articolo pubblicato sul sito dell’Onu.

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