Il Paese nordafricano affronta una crisi politica e istituzionale da tempo. Lo scontro tra presidente e premier della Tunisia ha creato uno stallo istituzionale.
Il presidente tunisino ha preso in mano la sicurezza del paese e il controllo della televisione di Stato. Ha nominato un ministro degli interni molto vicino a lui e ha messo a capo dell’emittente televisiva una persona di sua fiducia. In questo modo controlla sicurezza e comunicazione del Paese.
Il presidente della Tunisia Kais Saied ha sospeso il Parlamento e ha destituito e fatto arrestare il primo ministro Hichem Mechichi. La notizia dell’arresto del premier ha fatto scendere in strada migliaia di cittadini che esultavano per la decisione del Presidente.
Da giorni erano in corso in Tunisia numerose manifestazioni di protesta contro il sistema politico del primo ministro Mechichi. Molti cittadini sono scesi in piazza per contestare il governo e i suoi fallimenti, come la cattiva gestione della pandemia, e i fallimenti in campo economico. Le proteste sono avvenute in tutte le principali città tunisine. Nel mirino dei manifestanti c’è il partito islamico Ennahdha e il premier. La folla chiedeva a gran voce le dimissioni del primo ministro e lo scioglimento del Parlamento.
Il presidente Saied ha preso la decisione di scioglimento del Parlamento, facendo ricorso all’articolo 80 della Costituzione tunisina. Come ha spiegato lo stesso Presidente, la Costituzione non consente lo scioglimento del Parlamento ma solo la sua sospensione.
La Tunisia si ritrova in una situazione simile a quella del 2011, con le primavere arabe che hanno spazzato via alcune vecchie leadership. Nel caso tunisino la “rivoluzione” ha rovesciato il dittatore Ben Ali. Da allora la Tunisia ha attraversato una lunga fase di instabilità politica, che ha reso difficile realizzare le riforme richieste dal Fondo Monetario Internazionale e la modernizzazione dei servizi pubblici.
Non ha aiutato il susseguirsi di diversi governi in un decennio. Inoltre, la contrapposizione negli ultimi anni tra il presidente tunisino Saied e primo ministro Hichem Mechichi ha reso più complesso il quadro politico del Paese. La tensione tra le due più importanti cariche dello Stato ha causato uno stallo istituzionale. Al centro dello scontro c’è un rimpasto governativo fatto da Mechichi e non gradito a Saied.
Intanto, la decisione del presidente Saied ha aperto la strada agli attacchi di molti leader politici, che accusano il Capo dello Stato di avere messo in scena un vero e proprio golpe politico. Dalla comunità internazionale arriva una sola voce: rispettare la legge e evitare ogni forma di violenza. Un appello al quale si sono associati anche la Lega Araba, la Russia e il Qatar.
Il presidente tunisino Saied è un indipendente ed è stato eletto nel 2019.