Appunti di relazioni internazionali. Capire gli obiettivi di politica estera di uno Stato e cosa sono gli interessi di un Paese?
Cosa sono gli obiettivi di politica estera di uno Stato?
Per spiegarlo bisogna prima capire che lo Stato è una “coalizione di coalizioni”.
Cosa significa? Si può comprenderlo in questo modo. Uno Stato è composto da individui. Ciascuno di loro ha un interesse che vuole perseguire. Più individui, uniti in gruppi o coalizioni, hanno a sua volta un interesse. Quindi uno Stato è una coalizione di coalizioni. Anthony Downs (Inside Bureaucracy, Boston) definisce la coalizione come “un gruppo di persone che lavorano insieme e che condividono gli obiettivi”.
Tuttavia, a differenza del singolo individuo, o coalizione di individui, lo Stato non ha in senso stretto degli interessi (come ricorda lo studioso di relazioni internazionali Robert Gilpin). I suoi interessi sono il risultato della distribuzione del potere e degli accordi tra le diverse coalizioni ( come per esempio i partiti o l’apparato burocratico e economico) dentro lo Stato.
Quando emerge un interesse, allora si sviluppano degli obiettivi per raggiungerlo. E’ questo il processo che porta a dare a uno Stato degli obiettivi.
Un grande studioso come Brian Berry (Power and Political Theory, London, John Wiley and son- 1976) scrive che la scelta collettiva degli obiettivi politici di uno Stato sono processi di coalizione.
Obiettivi, interessi e politica estera
Detto questo torniamo alla domanda iniziale. Cosa sono gli obiettivi di politica estera di uno Stato?
Per quanto detto finora, gli obiettivi e la politica estera di uno Stato dipendono dagli interessi dei membri e delle coalizioni dominanti.
Sugli interessi e obiettivi di uno Stato c’è tra gli studiosi di relazioni internazionali un dibattito acceso tra due scuole di pensiero: i classici e i moderni.
I primi, con un approccio realista, sostengono che gli Stati perseguano come prioritari due obiettivi tradizionali: la sicurezza nazionale e il potere.
I moderni ritengono che quell’approccio sia secondario. Gli obiettivi prioritari oggi sono il benessere della popolazione e la stabilità economica interna.
C’è un terzo approccio che mette in discussione i primi due. Si basa sul modello di Robert Gilpin. Secondo lo studioso non c’è una scala gerarchica tra obiettivi. C’è una scelta che implica il sacrificio di alcuni obiettivi per sostenerne degli altri.
E’ un’interpretazione che fa riferimento all’analisi economica della curva di indifferenza. Siccome gli obiettivi sono molteplici, gli Stati trovano dei compromessi per massimizzare un obiettivo diminuendo un altro obiettivo. Uno Stato come la Germania della fine del XIX secolo darà più importanza alla sicurezza. La Gran Bretagna dello stesso periodo con commerci in tutto il mondo punterà su interessi economici globali.
I tre tipi degli obiettivi di politica estera degli Stati
In ultima analisi, secondo i teorici di relazioni internazionali gli obiettivi degli Stati sono di tre tipi.
Il primo tipo di obiettivo è quello storico della conquista di un territorio per tutelare i propri interessi economici, quelli legati alla sicurezza o altri interessi. Oggi questo è un tipo di obiettivo superato ma in passato è stato quello più perseguito da Stati e imperi.
Il secondo obiettivo è quello di aumentare la propria influenza sulla condotta degli altri Stati. Come lo fanno? Gli Stati cercano di creare un ambiente politico internazionale con la formazione di alleanze, coercizione, minacce e creazione di sfere di influenza. Si pensi al sistema internazionale dopo il Congresso di Vienna o quello delle alleanze dell’Europa di fine secolo.
Il terzo tipo di obiettivo è quello di controllare o influenzare l’economia mondiale. Questo è l’obiettivo più attuale e importante nel mondo di oggi. A questo va aggiunto anche il controllo sulle tecnologie e la gestione del sistema sanitario e del Welfare.
La politica estera dello Stato è lo strumento con cui si raggiungono gli obiettivi e soddisfano gli interessi.