Lo scontro verbale tra il presidente Emmanuel Macron e Recep Tayyp Erdogan ha portato a inevitabili conseguenze. All’indomani del botta e risposta tra i due capi di Stato, le reazioni nel mondo musulmano sono state immediate e dure. In Bangladesh e Pakistan sono state bruciate bandiere francesi nelle numerose manifestazioni di piazza. In Arabia Saudita un musulmano ha accoltellato la guardia del consolato francese. Infine, la tragedia di Nizza. Un attacco nei pressi della cattedrale di Notre Dame. Con tre morti tra cui la decapitazione di una donna. La seconda dopo quella del professore Samuel Paty. Erdogan non ha usato mezze parole nel linguaggio anti-francese. Lo scontro con Macron gli è servito per affermare il suo ruolo come leader del mondo musulmano. La lite a distanza tra Parigi e Ankara ha rivelato l’ambizione del presidente turco a essere punto di riferimento politico dell’Islam. E la piazza musulmana sembra rispondere. Soprattutto sono tanti i musulmani che hanno accolto l’invito del presidente turco a boicottare i prodotti francesi. Erdogan però non riesce a portarsi dietro i governi musulmani. Almeno così sembra per il momento. La tensione quindi potrebbe rivelarsi un boomerang per il leader turco. Anche perché l’Unione Europea ha subito appoggiato, una volta tanto senza indecisioni, il governo di Parigi e condannato l’atteggiamento di Ankara. L’intervento di Bruxelles probabilmente frena eventuali tentazioni anti-occidentali da parte di qualche Paese musulmano. In questa situazione ci mancava anche Charlie Hebdo a peggiorare le precarie relazioni tra Francia e Turchia. Non sono bastate le tensioni diplomatiche franco-turche innescate nei giorni scorsi. Ci voleva anche la vignetta della rivista satirica francese, a firma Alice, che raffigura il presidente turco in mutande e birra intento a sollevare il velo di una donna. Proprio da Charlie Hebdo era partita la prima crisi. Il professore francese Samuel Paty ha mostrato le vignette di Maometto a una classe delle scuole superiori. E ha pagato con la vita, decapitato da un fanatico jihadista. E così la Francia riattiva lo stato di emergenza attentati come ai tempi dell’Isis. Non bastava il Coronavirus.