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Cosa sappiamo delle dimissioni del premier canadese Trudeau

Il premier canadese Justin Trudeau si è dimesso. Ascesa e declino di un leader popolare.

Il premier canadese Justin Trudeau si è dimesso da primo ministro e da leader del partito liberale.
Le doppie dimissioni sono state annunciate dallo stesso Trudeau il 6 gennaio. Il premier continuerà a svolgere il suo incarico istituzionale ad interim fino alla nomina di un successore.

Trudeau era stato eletto la prima volta nel 2015, diventando un simbolo dell’ordine liberale. Successivamente è stato rieletto nel 2019 e nel 2021.

Figura molto popolare, Trudeau ha iniziato a perdere il consenso a seguito dell’aumento progressivo del costo della vita in Canada.

Parlando ai giornalisti alla Ridge Cottage, una residenza ufficiale del governo canadese, il premier ha annunciato non solo le sue dimissioni ma anche la proroga dell’attuale sessione del Parlamento canadese fino a 24 marzo 2025, data in cui il nuovo premier dovrebbe insediarsi.

Trudeau, 53 anni, è figlio d’arte. Suo padre è l’ex-primo ministro Pierre Elliot Trudeau. Le sue sono dimissioni attese da tempo a seguito di una crisi politica che ha pochi precedenti nella storia del Canada. Il mese scorso la vice-premier e ministro delle finanze Cynthia Freeland si è dimessa accusando il premier di dedicarsi più “ a costose trovate politiche” che a proposte per arginare la politica commerciale annunciata da Donald Trump. Il presidente eletto ha dichiarato che imporrà dazi sui prodotti importati dal Canada. Secondo diversi economisti, questa proposta potrebbe mettere in difficoltà l’economia del Paese.

Trudeau è stato eletto per la prima volta al Parlamenti del Canada nel 2008. Successivamente è diventato leader del partito liberale, la formazione politica che ha guidato il Paese fin dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il suo governo del 2015 si caratterizzò per avere nominato un ministro musulmano, uno indiano e una compagine governativa costituita da un  numero uguale di uomini e donne.

La sua politica è stata improntata alla contraddizione: ha sostenuto la causa ambientalista e la lotta al cambiamento climatico ma poi ha acquistato una pipeline per il petrolio; ha dichiarato di voler attenersi ad alti standard etici ma poi ha bloccato una legge sul conflitto di interessi; ha più volte dichiarato che il Canada è sul palcoscenico mondiale ma gli altri leader hanno sempre detto che non si sente il peso del Paese nelle sedi internazionali.

Ora le sue dimissioni aprono la strada a nuovi scenari ed equilibri geopolitici del continente americano. Una situazione complessa dopo l’inserimento ufficiale di Trump alla Casa Bianca. Molto deciderà il voto canadese del prossimo ottobre.

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